Mercoledì, 2 Luglio 2025

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Già dopo la prima applicazione delle staminali, la famiglia De Maglie aveva notato dei piccoli ma significativi miglioramenti

Staminali in Messico, speranze per Davide

Davide De Maglie Davide De Maglie | © La Voce di Manduria

«Lunedì 9 dicembre, Davide è in sala operatoria nella clinica universitaria Nuevo Leòn di Monterrey, in Messico per il prelievo delle cellule staminali che saranno “lavorate” e trapiantate nel midollo osseo. Tanta speranza e tanti sacrifici, ma l’amore per Davide è così grande che non ci arrenderemo mai e poi mai». I genitori e la sorella di Davide De Maglie raccontano così sui social i tentativi e gli sforzi (non solo fisici ma anche economici) per tentare di ridare vitalità a quel cervello dormiente. Lo sfortunato giovane manduriano è stato vittima, il 20 settembre del 2015, di un incidente con la moto e di un altrettanto terribile e mai spiegato avvenimento in sala operatoria a Taranto dove era entrato cosciente e vigile ed è uscito in coma vegetativo. Tra i tanti viaggi della speranza, alcuni deludenti altri meno, quello che sta offrendo validi segnali di ripresa viene dal Messico, in un centro clinico all’avanguardia nella lotta con le staminali. Il trapianto iniziato ieri, è il quarto in due anni per Davide, uno ogni sei mesi.

«Piccoli ma importanti progressi ci sono – fa sapere suo padre Carmine -, ma il danno provocato è tanto e noi non ci possiamo arrendere, finché avremo la forza andremo avanti», afferma l’atleta e istruttore di subacquea che anche in questo faticosissimo viaggio in Messico ha portato con sé la famiglia intera: la moglie Rosy con l’altra figlia Silvia. «È tanto faticoso per noi quattro – dice - ma continueremo speranzosi di raggiungere il meglio per il nostro Davide».

Già dopo la prima applicazione delle staminali, la famiglia De Maglie aveva notato dei piccoli ma significativi miglioramenti riscontrati anche dalle fisioterapiste che da sempre si occupano della mobilità dell’ex militare di 27 anni, gli ultimi quattro in coma vigile. Un viaggio lungo e faticoso tra ambulanze, aerei, e ancora ambulanze e ancora aerei per andare e tornare dal Messico. Motivo anche di rammarico per papà Carmine che in questa battaglia non trova il supporto che sperava dalle istituzioni. «È un viaggio lungo e costoso e al solito il nostro Stato non ci aiuta», sospira Carmine che in Messico sta incontrando tante persone che, come lui, hanno affidato alle staminali la propria speranza di rinascita. «Otre a noi – racconta il papà di Davide - incontriamo tante famiglie provenienti da tutto il mondo, americani, europei, dal Sud America, Canada Pakistan, Kenya, Vietnam e anche dal Giappone». Le cure con le staminali – fa sapere Carmine -, stanno producendo buoni risultati, noi ci speriamo e andiamo avanti». Piccoli passi che per i genitori e la sorella di Davide sono un grandissimo risultato. «Stiamo riscontrando dei buoni esiti a livello di elasticità muscolare e mandibolare – spiega Carmine - ma anche di gesti mimici facciali di movimenti del busto e delle braccia che prima Davide non aveva».

Dopo l’incidente di quattro anni fa, avvenuto all’uscita di Manduria sulla via per Avetrana, Davide fu trasportato all’ospedale Santissima Annunziata dove fu programmato un intervento di riduzione di fratture vertebrali con lesione midollare. Nel corso dell’intervento, il giovane ebbe un arresto cardiaco, fu rianimato ma fu troppo il tempo in cui il suo cervello rimase senza ossigenazione. Entrando in sala operatoria Davide, che era cosciente, aveva salutato i suoi parenti con un rassicurante sorriso che per loro è stato l’ultimo.

N.Din.

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