Venerdì, 3 Maggio 2024

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Consapevole delle difficoltà che avrebbe incontrato suo figlio nell’affrontare il primo anno di scuole elementari, la donna aveva iniziato la sua battaglia diversi giorni prima dell’inizio dell’anno scolastico

Scuola e disabilità, la mamma-coraggio alle altre mamme: "io lasciata sola da tutte voi"

Fabiola Molendini Fabiola Molendini | © La Voce

Prima è riuscita, non senza difficoltà e con tanto coraggio, ad ottenere un diritto negato a suo figlio gravemente disabile a cui le istituzioni non avevano garantito l’assistenza scolastica. Ora che le strutture preposte (uffici comunali dei servizi sociali), hanno dovuto fare i conti con le sue denunce affrettando i tempi di un iter colpevolmente trascurato, Fabiola Molendini se la prende con le famiglie degli altri 117 «bambini speciali» che frequentano le scuole dell’obbligo nei sette comuni dell’Ambito territoriale 7: Avetrana, Maruggio, Sava, Torricella, Lizzano, Fragagnano e Manduria che è capofila. «Dove eravate? Perchè tanto silenzio?», afferma la mamma coraggio rivolgendosi alle altre mamme di bambini con problemi come il suo Ludovico, sette anni, affetto da una sindrome genetica rarissima che gli rende complicatissima l’interazione con le persone.Grazie alla sua battaglia, il suo Ludovico ha ottenuto 12 ore di assistenza diretta, vale a dire il minimo che spettano ai bambini con disabilità grave come il suo.

Consapevole delle difficoltà che avrebbe incontrato suo figlio nell’affrontare il primo anno di scuole elementari, la donna aveva iniziato la sua battaglia diversi giorni prima dell’inizio dell’anno scolastico: incontri con la direzione scolastica, con sindaci e assessori, la pubblicazione di cinque video-denuncia e post su Facebook e diversi articoli sui quotidiani. «Tutto da sola e senza alcun supporto da parte di alcuno di voi», scrive oggi Fabiola Molendini puntando idealmente il dito nei confronti delle altre famiglie.

«Da ieri mattina – racconta – il mio Ludovico ha avuto la sua assistente educativa a scuola, ma i diritti di Ludo sono gli stessi diritti dei vostri figli, più o meno gravi. Le famiglie appartenenti allo stesso Ambito territoriale coinvolte sono 118 eppure, tranne una mamma - si sfoga la donna – nessuna di voi mi ha contattata per unirsi attivamente alla protesta. Dove eravate?Perchè tanto silenzio? Ci sono stati amici e colleghi, molto cari, che hanno offerto in ogni modo il loro aiuto pur avendo figli sanissimi. Persino gente che non mi conosce da tutte le parti d'Italia; tutto questo dagli altri, non da voi», accusa ancora mamma Fabiola che introduce un altro elemento di discussione riguardante il problema della mancanza di conoscenza dei diritti delle persone disabili. «In questi giorni – dice - ho scoperto, con molta amarezza, che tanti di voi non conoscono neanche il minimo di ciò che spetta ai nostri figli. Tanti non sanno che esistono uffici regionali sul territorio che devono garantire l'assistenza educativa e sanitaria, tanti non sanno cosa sia un Ambito Territoriale o di che cosa si occupi, tanti non sanno quali comuni via appartengano, o cosa spetta alla scuola e quali limiti normativi purtroppo abbia».

L'intervento della mamma di Ludo guarda al futuro. «Cari miei, colleghi genitori speciali di figli speciali, il mio invito è quello di svegliarsi, perchè le istituzioni pur di risparmiare sulla pelle dei nostri ragazzi, puntano sull'ignoranza e sulla mancanza di informazione corretta, loro non verranno mai nelle vostre case a chiedervi di cosa avete bisogno; rimango disponibile a iniziare insieme nuove lotte e continuare quelle esistenti», conclude la mamma-coraggio.

Nazareno Dinoi su Quotidiano di Taranto

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