Uno spaccato di come la criminalità organizzata sarebbe riuscita a cementarsi con una parte del tessuto imprenditoriale manduriano, è raccontato nelle numerosissime intercettazioni ambientali raccolte nei fascicoli dell’inchiesta sulla «Cupola» manduriana.
A maggio del 2019, le cimici degli investigatori della polizia che indagano su delega dell’antimafia leccese, registrano un summit mafioso che avviene nella sede di una nota azienda manduriana. Nella trascrizione dell’incontro emerge che il titolare dell’impresa in questione (non indagato perché, scrive il gip, «gli elementi di prova per un suo coinvolgimento appaiono esigui»), sarebbe venuto in possesso di «un pizzino» scritto da un noto pregiudicato manduriano detenuto in carcere per altre cause.
Nel messaggio, scrive il magistrato, il detenuto «invita gli adepti a darsi da fare nel procacciare denaro». L’imprenditore in questione (che non è il consigliere comunale, anche lui titolare di impresa, il cui nome compare in altri contesti della stessa inchiesta), trasmette il pizzino a Giovanni Caniglia, ritenuto essere uno dei quattro componenti della «Cupola», che convoca un summit proprio all’interno dell’azienda dell’imprenditore «postino», anche lui presente alla riunione. «Nell’occasione – riporta il gip nell’ordinanza di custodia cautelare – viene a galla che Pietro Spadavecchia (e un altro manduriano non indagato in questa inchiesta, NdR), entrambi presenti, con cadenza mensile provvedono alla raccolta di denaro da far recapitare alla famiglia del detenuto.
Era chiaro insomma come il ricavato delle attività criminali gestite dalla «Cupola» manduriana (pizzo, droga, scommesse), servisse anche a dar forza al sistema di mutuo soccorso tra malavitosi in difficoltà.
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8 commenti
Senza cuore
lun 26 ottobre 2020 08:29 rispondi a Senza cuoreVorrei fare delle precisazioni: ho molto meno di 40 anni, non faccio ironia ma mi aggiugo a chi pensa che la mafia è come il covid, ovvero non esistono;penso che le notizie debbano essere date per intero compreso i nomi di chi è coinvolto; che l'omertà sia un vezzo comune e che la legalità non è neanche un pio desiderio.
Domenico
dom 25 ottobre 2020 05:27 rispondi a DomenicoSono contento che Senza Cuore stia imparando a usare discretamente l'ironia (magari capirà meglio quella degli altri); spero che l'informazione sull'operazione faccia parte di una strategia per favorire le indagini, altrimenti apparirebbe intempestiva, data troppo precocemente. Potrebbe essere una fuga di notizie per avvisare, senza correre rischi, le persone coinvolte o uno "spunto" per Omar...
C.F.
sab 24 ottobre 2020 01:03 rispondi a C.F.Sarebbe interessante conoscere il nome dell'azienda manduriana, in modo da evitarla. Anche perché appare illogico che il postino-anfitrione, sia elevato all'onore, diciamo così, di presenziare ad una riunione di tal fatta, senza essere parte integrante del sistema. Ma è una speranza vana. La legge imbavaglia i giornalisti in tal senso. Sarebbe interessante e lecito, invece, conoscere le motivazioni del gip per tenerlo fuori.
Senza cuore
sab 24 ottobre 2020 10:54 rispondi a Senza cuoreTutte storie la mafia non esiste a Manduria e fa bene il sindaco a non parlarne. Bisogna evitare di parlarne anche a scuola e non fare dibattiti, conferenze e altre balle simili:
Manduriano
dom 25 ottobre 2020 07:10 rispondi a Mandurianoforse vivi nel paese delle meraviglie........
Marco P.
sab 24 ottobre 2020 10:48 rispondi a Marco P.W l'omertà
Cosima
sab 24 ottobre 2020 02:30 rispondi a CosimaMi scusi.. ma cosa dice? La mafia è un fenomeno in continua espansione, infiltratosi ormai sia nel tessuto politico che in quello economico e sociale. Pertanto, è importante che a scuola si parli di mafia, è importante che si parli ai giovani di legalità perché dobbiamo sempre sperare che le generazioni future possano cambiare le cose!
un semplice cittadino
sab 24 ottobre 2020 12:37 rispondi a un semplice cittadinoMa sei vissuto a Manduria negli ultimi 40 o sei rimasto nel tuo castello... Chiedo per un amico..