Lunedì, 12 Maggio 2025

Cronaca

Dopo le aziende “Felline”, “Alessia Perrucci”, “Cantore di Castelforte” e “Cantolio”, tutte di Manduria, si registra ancora un furto nelle terre del Primitivo.

Le aziende agricole nel mirino, ora tocca ai Pesare

Il muretto crollato nell Il muretto crollato nell'azienda Pesare | © La Voce

Dopo le aziende “Felline”, “Alessia Perrucci”, “Cantore di Castelforte” e “Cantolio”, tutte di Manduria, si registra ancora un furto nelle terre del Primitivo. L’ennesimo ai danni di un’azienda che produce prodotti della terra Messapica. E’ successo nella notte tra il 6 e il 7 marzo nell’azienda Pesare, famiglia manduriana proprietaria di frantoio specializzata nella coltivazione, produzione e imbottigliamento di olio d’oliva anche bio e di uve di Primitivo di Manduria. Un’altra eccellenza dell’economia locale ha dovuto suo malgrado fare i conti con i ladri che in pochi minuti hanno svaligiato l’intero parco macchine da lavoro: trattore, rimorchio, una macchina raccogli olive, quattro soffiatori per la raccolta del frutto, una cassetta di arnesi da meccanico e numerosi attrezzi più piccoli da lavoro. Il valore della refurtiva, non ancora quantificato (comunque diverse decine di migliaia di euro), non era coperto da assicurazione. Solo il trattore è stato ritrovato e recuperato. Si trovava nelle campagne circostanti, abbandonato dai ladri con metà ruote sprofondate nella terra arata da poco. Il luogo dove è avvenuto il furto è una masseria in contrada “Le Fiatte” nell’omonima contrada a circa un chilometro dal centro abitato di Uggiano Montefusco, frazione di Manduria.

Dalla ricostruzione fatta dai proprietari e dalle immagini catturate da una telecamera di sorveglianza, i malviventi si sono introdotti nella proprietà attraverso una sbarra lasciata aperta che dà accesso ad un terreno confinante. Il video ripreso dalla telecamera mostra, intorno all’una e trenta della notte, due individui muniti di torcia elettrica che fanno il giro del fabbricato dove entrano da un accesso laterale. Una volta all’interno, i due, probabilmente aiutati da altre persone che non compaiono nelle immagini, hanno fatto razzia dei macchinari e attrezzature che si trovavano nel deposito. Per uscire i mezzi pesanti, i banditi hanno sfondato un muro di cinta composto da tufi e da lì si sono allontanati per le campagne.Fatte poche decine di metri sono stati costretti a lasciare il trattore che si era arenato nella terra soffice.

Gli accessi principali della masseria erano coperti da sistema di allarme che non è scattato perché i banditi hanno sapientemente evitato i punti di contatto. Circostanza questa che farebbe pensare ad autori che conoscevano bene i luoghi. L’azienda agricola era sprovvista di servizio di vigilanza attiva notturna.

A fare l’amara sorpresa la mattina del 7 marzo è stato un figlio dell’imprenditore Brunetti che ha chiamato i carabinieri della compagnia di Manduria. È toccato a loro occuparsi delle indagini. Il furto che richiama il mai sconfitto flagello dell’agromafia, ricorda quello a danno di altre azienda agricole del territorio. L’abbattimento del recinto in muratura per far passare i mezzi pesanti, soprattutto, è simile a quello avvenuto nella casa vinicola “Felline” dell’imprenditore manduriano del Primitivo, Gregory Perrucci. Anche in quel caso la refurtiva fu portata via facendola transitare attraverso le campagne.

Nazareno Dinoi

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