Domenica, 6 Ottobre 2024

Cronaca

Per l’avviso orale del questore

L’aggressore degli operatori del 118 convocato dalla polizia

Polizia Manduria Polizia Manduria

Il questore di Taranto, Massimo Gambino, ha fatto notificare un "avviso orale" all'autore dell'aggressione dell'infermiere e dell'autista del 118 di Manduria che nella notte tra lunedì e martedì scorso erano stati chiamati per soccorrerlo. A consegnare l'avviso all'interessato, un disoccupato manduriano di 38 anni che subito dopo l'aggressione si è allontanato lasciando l'infermiere svenuto per terra, è stata la dirigente del commissariato di polizia della città messapica, Marinella Martina, che sempre ieri ha convocato l'aggressore nel suo ufficio.

L'avviso orale è l'atto giuridico diretto alla persona che si macchia di condotte contrarie al vivere civile. È il provvedimento con il quale il questore avvisa oralmente il soggetto ritenuto socialmente pericoloso invitandolo a mantenere una condotta conforme alla legge. Nel corso del colloquio, l'avvisato viene messo al corrente delle conseguenze penali alle quali andrebbe incontro qualora non modificasse il suo comportamento. L'avviso orale del questore non ha una scadenza per questo riveste una particolare limitazione per il destinatario che sarà attenzionato per sempre a meno di richiesta di revoca. Lo stesso avviso orale - per esempio - è stato emesso a febbraio scorso nei confronti di Michele Misseri all'uscita dal carcere dove aveva scontato la pena di otto anni per la soppressione del corpo della nipote Sarah Scazzi uccisa il 29 settembre del 2010 dalla moglie Cosima Serrano e dalla figlia Sabrina Misseri, entrambe per questo condannate all'ergastolo.

Parallelamente a questa misura preventiva a firma del questore, nei confronti del 38enne manduriano resta aperto il procedimento penale che secondo la recente riforma Cartabia deve essere avviato d'ufficio per i reati di violenza nei confronti del personale sanitario. Ad occuparsene è stato il comandante della compagnia carabinieri di Manduria, capitano Alessandro Torto, che ha già trasmesso l'informativa alla Procura della Repubblica di Taranto che ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di reato di lesioni personali, fascicolo al quale potrebbe aggiungersi quello relativo all'interruzione di pubblico servizio. Dopo il violento pestaggio, infatti, l'equipaggio dell'ambulanza ha dovuto comunicare la non operatività alla centrale del 118 che ha coperto la zona con un altro mezzo lasciando comunque sguarnita una porzione di territorio.

Dopo il concitato intervento finito come nessuno si aspettava, i due feriti con il terzo componente dell'equipaggio, una soccorritrice rimasta atterrita dalla fulminea reazione del paziente, si sono recati al vicino ospedale Marianna Giannuzzi per le cure e gli esami del caso. Lì sono stati chiamati i carabinieri che hanno raccolto la testimonianza dei tre operatori con l'identificazione del soggetto che li aveva aggrediti. Dei due feriti, ad avere la peggio è stato l'infermiere, Daniele Gennaro, colpito da tre ganci in pieno volto che gli hanno fatto perdere i sensi. «Uno dei tanti che subiamo noi che lavoriamo sul territorio senza coperture e senza il riconoscimento di una indennità di rischio», ha detto ieri al nostro giornale l'infermiere che non è ancora rientrato in servizio per i postumi dei pugni. «Tutti dicono di voler interrompere questa scia di violenze, invocando più controlli e la presenza di guardie armate; tutto utile e giusto, ma improponibile nel nostro lavoro perché non può certo venire con noi la scorta armata, se proprio ci vogliono aiutare ci riconoscano quell'indennità di rischio che ci spetta e che mai nessuno ci ha dato», insisteva ieri Gennaro, uno dei veterani del servizio di emergenza urgenza della provincia di Taranto. Il grave episodio è servito comunque a contribuire ad alimentare il dibattito che coinvolge ambiti della sanità, della politica e della pubblica opinione. «Leggo ora che tutti si stupiscono, succede sempre quando ci menano, ma volete sapere una cosa? Ci succede più spesso di quanto possiate pensare», concludeva Gennaro la sua intervista di ieri.

Nazareno Dinoi su Quotidiano di Puglia

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