Lunedì, 29 Aprile 2024

Salento Puglia e mondo

Per le sue dichiarazioni sulla morte del fratello Stefano a causa della droga.

Ilaria Cucchi querela Salvini: "lo devo a Stefano a ai miei genitori"

Stefano e Ilaria Cucchi Stefano e Ilaria Cucchi | © Google

«Il signor Matteo Salvini non può giocare sul corpo di Stefano Cucchi. Non posso consentirglielo. Questo era il suo volto quando io ed i miei genitori lo vedemmo all'obitorio il 22 ottobre del 2009. Questo era quel che rimaneva di Stefano. Dei suoi diritti. Della sua dignità di essere umano». Lo scrive su Fb Ilaria Cucchi, pubblicando una foto del fratello Stefano sul tavolo dell'obitorio. Nel post, Ilaria annuncia l'intenzione di querelare il leader della Lega Matteo Salvini per le sue dichiarazioni sulla morte del fratello Stefano a causa della droga.

Il signor Matteo Salvini non può giocare sul corpo di Stefano Cucchi. Non posso consentirglielo. Questo era il suo volto quando io ed i miei genitori lo vedemmo all’obitorio il 22 ottobre del 2009. Questo era quel che rimaneva di Stefano. Dei suoi diritti. Della sua dignità di essere umano.

Ecco il post di Ilaria Cucchi

Immagino che questo post verrà oscurato da Facebook perchè idoneo ad urtare la sensibilità di qualcuno mentre, viceversa, non vengono oscurati tutti i commenti ed i post di insulti e minacce e falsità che, molto bene organizzati, sono comparsi sui social dopo la presa di posizione pubblica dell’ex Ministro dell’Interno. Lo devo a mio fratello. Lo devo a mia madre che, pur estremamente sofferente, ha trascorso tutta la giornata del 14 novembre scorso in attesa di una sentenza che ci rendesse giustizia. Lo devo a mio padre la cui fiducia nello Stato ha fatto sì che compisse il sacrificio più pesante che si potesse chiedergli: denunciare il proprio figlio, da morto e dopo averlo visto in queste terribili condizioni, per la sostanza stupefacente trovata a casa sua.
Stefano Cucchi ha sbagliato ed avrebbe dovuto pagare ma non morire in quel modo. Il giorno in cui viene pronunciata la sentenza ha il coraggio di dire quelle parole come se fosse al bar e parlasse ai suoi amici?
Sono solo una normale cittadina ma non posso fare altro che querelarlo.
Mi piacerebbe tanto che l’attuale Ministro dell’Interno sostituisse la costituzione di parte civile fatta proprio dal sig. Salvini con la propria. Non sono un avvocato ma forse potrebbe essere possibile.
Ed ora che i leoni da tastiera si scatenino pure con le loro menzogne sempre più raffinate e costruite ad arte.
Io vado avanti

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5 commenti

  • Enzo F
    mar 19 novembre 2019 09:38 rispondi a Enzo F

    La Sig. Cucchi si sta faci li SORDI. sobbra all’ossi ti frausa! Mó oli denuncia tutti!

  • Lella Iemma
    lun 18 novembre 2019 05:21 rispondi a Lella Iemma

    Consiglio la signora Cucchi di essere meno aggressiva nei confronti di chi la critica, perché veramente gli italiani sono stanchi del suo modo di fare scostante e incontentabile. Ha avuto giustizia, quindi cosa vuole ancora? Non è ancora contenta e ha voglia di querelare chi non la pensa come lei? Basta!! Ora torni alla sua vita e non faccia piu parlare di sé. Siamo stufi!! Lella .

    • Anon
      mar 19 novembre 2019 03:51 rispondi a Anon

      Vergognati. Se fosse stato tuo fratello a essere morto pestato dallo stato non parleresti così, ipocrita. Salvini è un criminale assassino, e chiunque lo appoggi è una persona ignorante, cattiva, e infima come lui.

    • Marcos
      lun 18 novembre 2019 07:04 rispondi a Marcos

      Si starà preparando ad essere candidata PD

    • C.F.
      lun 18 novembre 2019 06:30 rispondi a C.F.

      Non si tratta di querelare chi non la "pensa come lei" (che poi in un caso giudiziario non ha nessun significato: sarebbe legittimo dire che era giusto pestare a morte un detenuto debole , di fatto facendo apologia di reato?). Una querela su opinioni divergenti sarebbe inammissibile. Si tratta di querelare chi offende la memoria con ricostruzioni false (molti leoni da tastiera), chi diffonde notizie false (come il fatto che il suo congiunto sia morto per droga e non per il pestaggio, pur in presenza di condanne che parlano chiaro, basate sulla ricostruzione della verità). Ed a fare ciò è un ex ministro dell'Interno, politico divisivo e violento (quando minacciò gli oppositori con la foto col mitra, dimenticato?), per pura propaganda politica.

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