Giovedì, 2 Maggio 2024

Salento Puglia e mondo

Dopo l'arresto di un mese fa

Il sindaco di Erchie si dimette con una lettera su Facebook

Pasquale Nicolì Pasquale Nicolì

Dopo l'arresto di circa un mese fa perché indagato di abuso dufficio, concussione ed altri reati insieme alla sua giunta, il sindaco di Erchie, Pasquale Nicolì, si è dimesso ieri. Secondo la legge Severino il primo cittadino era stato sospeso dalla carica. Le dimissioni sono state da lui stesso annunciate ieri con un lungo post fatto pubblicare sulla pagina Facebook del comune. Ecco il testo.

Gentili concittadini, cari elettori che avete creduto e permesso, con il
vostro voto, di avviare l’avventura del cambiamento nella nostra
comunità, dopo oltre 15 anni di gestione amministrativa disinvolta e
disordinata, in cui il principio di legalità era divenuto fonte di disturbo
nella gestione della cosa pubblica, con profondo rammarico sono
costretto a comunicarvi che il sogno del cambiamento, mio tramite, è
divenuto irrealizzabile.

L’efferato, continuo e costante accanimento delle opposizioni contro
ogni forma di cambiamento, unitamente alla granitica, gattopardiana
volontà della struttura amministrativa del comune di conservare i propri privilegi, hanno reso l’avventura impossibile da proseguire,
facendola diventare un’ulteriore disavventura per la nostra comunità.

Dopo i furbetti del cartellino e gli arresti per corruzione, oggi siete ancora una volta costretti a salire agli onori della cronaca per le accuse di concussione e la conseguente fine dell’amministrazione Nicolì.
Sono dispiaciuto e rammaricato per avervi dato questa ulteriore
delusione, che credo il tempo e la storia riscriveranno nella sua giusta
dimensione, allorquando verrà alla luce la vera verità. Ci tengo tuttavia a farvi sapere, lo crediate o meno, che il mio unico
intento è stato quello di attuare il cambiamento in tutti i settori del
vivere civile e nell’organizzazione della macchina amministrativa, per
renderla finalmente efficiente e dinamica e porla al servizio esclusivo
della comunità. Purtroppo, però, così non è stato.
Qualcuno ha scritto che senza volontà non c’è cambiamento e ciò ho
sperimentato essere profondamente vero, poiché alla mia volontà di
innovazione, progresso e cambiamento, si è contrapposta quella di
autoconservazione della struttura amministrativa e della politica
bramosa di potere e il risultato è sotto i vostri occhi.

Gli arresti hanno chiuso il cerchio ed affossato ogni speranza di
riforma e innovazione.
L’errore più grave che ho commesso in questa avventura è stato quello
di sottovalutare gli effetti del cambiamento e di sottostimare le reazioni degli attori sulla scacchiera, di tutti gli attori, ignorando la forza di
quel principio di conservazione, volto al mantenimento delle vere e proprie abitudini e comportamenti, che hanno mosso tutti i soggetti interessati. Da qui le “incomprensioni”, i blocchi amministrativi, i ritardi nella
gestione, l’inerzia e la mancata accettazione del nuovo e diverso modo
di operare e rapportarsi con la cittadinanza, il subdolo ostruzionismo
del fare senza dar conto a nessuno e di affossare sul nascere ogni
iniziativa amministrativa per l’attuazione del programma di mandato,
i racconti e le denunce, il vero e proprio muro dell’apparato burocratico, che hanno impedito alla mia amministrazione di decollare
nella direzione sperata e da voi voluta. Bisognava cambiare tutto,
perché tutto rimanesse com’era! Di tutto questo vi chiedo scusa, anche se non ho più la possibilità di
rimediare. Quando i riflettori su questa vicenda saranno spenti e la verità sarà
venuta alla luce, la mia amministrazione, comunque, non sarà più in
carica, ma voi non dovete credere che il cambiamento sia impossibile
ed è per questo che vi invito a non abbandonare la speranza, perché
di certo altri più fortunati di me ve lo assicureranno. Nel comunicarvi che ho rassegnato le dimissioni dalla carica di
sindaco, che mi avete onorato di ricoprire, sento il bisogno di
ringraziarvi ulteriormente per la stima e la fiducia che mi avete
riservato, nella speranza di non dimenticare, perché convinto che non
le rimpiangerete quando questa vicenda avrà fine. Grazie ancora.
Pasquale Nicolì

 

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