
Riceviamo e volentieri pubblichiamo una riflessione dell'ex comandante della stazione dei carabinieri di Manduria, luogotenente Elio Errico, sul sangue versato dal servitore dello Stato Carlo Legrottaglie.
Viviamo un’epoca attraversata da crisi profonde e trasformazioni radicali. La modernizzazione, l’impatto dei social network, le difficoltà economiche, l’immigrazione irregolare e la pandemia hanno contribuito a modificare profondamente stili di vita, valori e rapporti tra cittadini e istituzioni. In questo scenario, le forze dell’ordine si ritrovano spesso sole ad affrontare un contesto sociale sempre più complesso, ostile e privo di riferimenti condivisi. Un tempo impensabile, oggi è diventato ordinario vedere agenti delle forze dell’ordine costretti ad atteggiamenti difensivi, nel timore di aggressioni verbali e fisiche durante il normale esercizio delle loro funzioni.
Sputi, insulti, provocazioni, fino a veri e propri atti di violenza: l’oltraggio alla divisa sembra ormai un atto banale, destinato a rimanere impunito. E anche quando l’aggressione si conclude in tragedia, con la morte di un operatore, la notizia scivola via nel silenzio assordante dell’indifferenza generale. Siamo di fronte a una società che ha smarrito il senso del rispetto per le istituzioni, dove sfidare lo Stato è considerato un gesto privo di conseguenze reali.
Ma il dato forse più allarmante è l’ambiguità di una parte della politica: forze parlamentari che faticano a schierarsi apertamente al fianco della legalità, che tacciono di fronte al sacrificio degli agenti caduti in servizio, e che sembrano più pronte a giustificare l’illegalità piuttosto che condannarla. È una politica che non ha ancora deciso da che parte stare. Le stesse voci che si levano con forza in difesa di chi delinque, che promuovono interrogazioni parlamentari per episodi controversi, spesso tacciono quando a cadere è un servitore dello Stato. Questo doppio standard mina la fiducia nelle istituzioni e alimenta un clima di delegittimazione nei confronti di chi indossa una divisa. Eppure, l’Italia onesta esiste. È fatta di cittadini che lavorano, che rispettano le regole, che vogliono vivere in sicurezza e riconoscere il valore di chi ogni giorno protegge le loro vite. È tempo che la politica ambigua scelga da che parte stare. Ed è tempo che alle forze dell’ordine sia restituita piena fiducia, adeguata sicurezza operativa e le garanzie necessarie per svolgere il proprio servizio con dignità.
Come ha ricordato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella:
«Le forze dell’ordine rappresentano lo Stato e la sua capacità di essere presente, vicino ai cittadini e garante della convivenza civile. A loro dobbiamo rispetto, gratitudine e pieno sostegno.»
Una società sana non può permettersi di voltarsi dall’altra parte. La legalità si difende per il bene comune.
Luogotenente c.s. dei CC in quiescenza Elio Errico
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.
5 commenti
Elena
oggi, dom 15 giugno 12:02 rispondi a ElenaSig Elio a mio vedere tutto grazie ad avvocati e giudici,preferiscono un innocente dentro che una sentenza errata. Grazie democrazia dove sbagie e non paghi .Che futuro,solo in un Italia . OPINIONE??????MAHHH
Frank
oggi, dom 15 giugno 11:24 rispondi a FrankÈ il mondo al contrario, bellezza! Fa più rumore un albero che cade in mezzo a tanti che rimangono su. Quanto alla politica poi, "pro domo sua".
Tiziano
oggi, dom 15 giugno 11:24 rispondi a TizianoÈ aperta ufficialmente la campagna elettorale.
Agfa
oggi, dom 15 giugno 10:01 rispondi a AgfaSpett.le Luogotenente c.s. dei CC in quiescenza Elio Errico Credo di poter parlare a nome di tutti i cittadini corretti e onesti della comunità nel voler esprimere la solidarietà con quelle forze dell'ordine che quotidianamente si prodigano per affermare la sicurezza e la legalità. Desidero altresì sottolineare che non sono solo le forze dell'ordine che, citando le sue parole, "si ritrovano spesso sole ad affrontare un contesto sociale sempre più complesso, ostile e privo di riferimenti condivisi" ma anche una buona parte della cittadinanza. L'opinione che sepeggia tra la gente è: "li chiami e non vengono". Si renderà conto senz'altro che a questo stato di cose consegue l'individualismo, la disgregazione del tessuto sociale, del si salvi chi può, . Purtroppo, e lo dico con amarezza, mi creda, le forze dell'ordine sono spesso affiancate da quelle che definirei: forse dell'ordine.
Mimmo
oggi, dom 15 giugno 09:25 rispondi a MimmoCondivido pienamente il tuo messaggio. Purtroppo, la politica è assente e la Magistratura ..anche , si sta arrivando; dove i poliziotti dovevano chiedere ai rapinatori se l’arma fosse vera o se ha il tappo ROSSO all’estremità della canna, se avevano bisogno di acqua, caffè o qualche merendina dopo la corsa campestre e,… poi chiedere gentilmente di andare con loro alla questura per ulteriori accertamenti, sempre con una certa gentilezza. Secondo me, se non cambiano le regole andremo sempre peggio!! Più potere alle forze dell’ordine!!