Al Consorzio di tutela del Primitivo di Manduria non piacciono le critiche. Nemmeno le foto artistiche che vogliono esprimere un dissenso. È quanto accaduto all’opera di un foggiano, Andrea Schirano, che voleva partecipare al concorso fotografico indetto dal blindatissimo Consorzio dal titolo: “Raccontaci la vendemmia con un voto”.
Niente di particolarmente importante, un modesto contest con il premio finale che consiste in un soggiorno presso l’agriturismo di un’azienda consorziata con lo stesso ente. Con una particolarità in linea con le chiusure già dimostrate dai componenti del consiglio d’amministrazione del Consorzio: le foto in gara devono prima piacere a loro e non alla futura giuria di esperti, altrimenti saranno scartati, non ammessi alla gara.
È quanto è successo al foggiano che aveva inviato una foto tecnicamente impeccabile che non è stata ammessa con questa motivazione: "Veicola una informazione distorta". E chi la decide la corretta informazione? I componenti del CdA? Quelli che non pubblicano i verbali delle riunioni e nascondono i bilanci? Quelli che convocano le assemblee alle 5 del mattino?
Ma torniamo alla disavventura di Schirano. La sua immagine che non è piaciuta ai censori del Consorzio, raffigura un tino pieno di grappoli d’uva appena tagliati da un vigneto sullo sfondo e un cartello in primo piano con la scritta: Svendesi Primitivo di Manduria, 30 euro al quintale».
«Un'immagine, provocatoria – spiega l’autore - che racconta la vendemmia di molti coltivatori, piccoli vignaioli che si tramandano questo appuntamento di fine estate da generazioni e che quest'anno hanno dovuto affrontare non solo la siccità e la grandine, ma anche il caro carburante e un crollo verticale dei prezzi».
Problemi inconfutabili lamentati da ogni parte della Regione e d’Italia. Ma che qui a Manduria non si possono dire perché si viene censurati.
«Ho scattato la foto, ho seguito le pagine social come da regolamento – racconta deluso il foggiano -, ma mi è stata rifiutata la partecipazione perché, cito testualmente, "veicola una informazione distorta". Ho provveduto a mostrare copia di un contratto in mio possesso prova provata di quello che tanti agricoltori hanno sperimentato sulla loro pelle e resomi disponibile ad un confronto senza mai ricevere risposta», conclude con delusione l’aspirante partecipante al concorso che ha voluto condividere sui social la sua incredibile esperienza e delusione. «La mia foto – scrive - ha questo scopo: mostrare l'altra parte della medaglia, richiamare l'attenzione sul lavoro di un anno intero mortificato da un prezzo incomprensibilmente basso. A conti fatti – conclude - non parteciperò al concorso ma, ci tengo a sottolinearlo, per una precisa scelta editoriale e non per una verità distorta, in tanti si ritroveranno, amareggiati, con quanto fotografato».
Che altro dire? Purtroppo le cose scomode non piacciono ai padroni del Consorzio, lo hanno già dimostrato censurando, in passato, il nostro giornale.
Nazareno Dinoi
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