
Un lungo e commosso applauso ha accolto sia l’arrivo che l’uscita dalla chiesa della bara bianca di Pasquale Dinoi, il netturbino manduriano di 53 anni travolto e ucciso da una moto all’alba di Ferragosto mentre era al lavoro. La comunità si è stretta attorno al dolore dei familiari nella nuova chiesa dedicata a San Giovanni Bosco, dove don Dario De Stefano ha guidato l’omelia funebre con parole di vicinanza e speranza. I banchi erano quasi tutti occupati, a testimonianza della partecipazione e della solidarietà verso la famiglia.
A colpire, la presenza numerosa dei colleghi del lavoratore, riconoscibili dai gilet gialli che hanno reso omaggio a chi, come loro, ogni giorno si dedicava con umiltà e dedizione a un servizio essenziale per la città.
Il silenzio, la commozione e gli applausi hanno cercato di dare conforto al fratello e alla sorella di Pasquale, già provati dalla perdita di entrambi i genitori. Una tragedia che ha lasciato un vuoto profondo non solo nella sua famiglia, ma in tutta la comunità manduriana, che nell’ultimo saluto ha voluto testimoniare affetto e riconoscenza. Per l’occasione il sindaco di Manduria aveva proclamato il lutto cittadino con la sospensione di tutte le attività di spettacolo su area pubblica patrocinate o organizzate dall’ente. In chiesa era presente anche il sindaco Gregorio Pecoraro con alcuni suoi assessori.
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