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Gare truccate Asl Brindisi, i nomi degli indagati eccellenti
Gare truccate Asl Brindisi, i nomi degli indagati eccellenti | © n.c.La Asl di Brindisi era il ventre grasso dal quale attingevano tutti, politici, funzionari, uomini delle istituzioni, assessori e consiglieri regionali e comunali, medici e naturalmente imprenditori. Nomi e cognomi eccellenti, per un totale di 133 indagati - molti dei quali destinati all'archiviazione - svelati nelle oltre 7mila pagine di informative scritte a quattro mani dai carabinieri del Nas di Taranto e dai finanzieri di Brindisi nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti col trucco che il 29 ottobre ha fatto finire in manette 22 indagati fra funzionari della stessa Asl e imprenditori entrati nel cerchio magico del direttore dell'area tecnica Vincenzo Corso. Tra i nomi destinati ad essere depennati dall'inchiesta spiccano quello dell'ex assessore regionale alla Sanità Alberto Tedesco, che secondo le accuse aveva esteso il metodo collaudato in seno alla Asl barese anche a Brindisi, corrompendo funzionari e medici compiacenti con mazzette e viaggi relax pur di dare una sbirciatina ai bandi di gara, guadagnandosi il via libera per apportare di suo pugno le modifiche necessarie affinché ad accaparrarsi l'appalto di turno fossero le aziende di famiglia. Magheggi che secondo l'accusa sarebbero stati messi a segno con la presunta complicità della figlia Cristina Tedesco ma anche di "Lady Asl", Lea Cosentino, disposta a distogliere lo sguardo sugli illeciti consumati a due mani pur di ottenere la nomina "di direttore generale della Asl di Bari ratificata da Alberto Tedesco". Si tratta di fatti risalenti al 2007, quindi il tempo ha cancellato le ipotesi di reato e la verità è destinata a non essere mai accertata. Se Tedesco, secondo l'accusa, faceva affari d'oro, i politici non se la passavano peggio, facendo pressing a loro volta per l'assunzione di persone da loro indicate nelle ditte favorite dal direttore dell'area tecnica dell'azienda sanitaria brindisina Vincenzo Corso. Malcostume o reati? Anche questo interrogativo è destinato a cadere nel vuoto: per i reati ipotizzati infatti è già intervenuta la prescrizione. Nel cerchio magico di Corso, sempre stando alle accuse ancora tutte da dimostrare, c'erano anche i consiglieri regionali Pino Romano e Vincenzo Cappellini del Pd; il consigliere regionale (ex Udc) Euprepio Curto; l'ex assessore comunale di Brindisi Cosimo Elmo; Ermanno Pierri, ex presidente del consiglio comunale di Brindisi oltre che assessore ai Lavori pubblici ai tempi della giunta Antonino; il dirigente delle Ferrovie appulo-lucane Carmine Dipietrangelo; il medico e assessore comunale brindisino Salvatore Brigante, già candidato sindaco. Ma anche dirigenti con funzioni apicali all'interno della Asl di Brindisi come gli ex direttori generali Guido Scoditti, Rodolfo Rollo, Ada Putignano (area gestione patrimonio della Asl), o il medico oculista Domenico Cassano.
TEDESCO E LADY ASL. I reati a carico dei colletti bianchi, a vario titolo, sono quelli di turbativa d'asta, abuso d'ufficio, falsi in atto pubblico, corruzione e rivelazione di segreto d'ufficio. Fra le accuse che pesano ci sono quelle a carico dell'ex assessore alla Sanità. In sostanza Tedesco "avvalendosi dell'attività di suoi stretti collaboratori e dei pubblici funzionari infedeli", scrivono gli investigatori, "si assicurava illecitamente le forniture di lentine intraoculari commercializzate dalla Aesse hospital (di cui era stato amministratore, Ndr) e prodotte dalla Bausch & Lomb, si procurava in anticipo notizie sui pubblicandi bandi di gara, servendosi in tal modo di notizie riservate in merito ai tempi e ai modi di aggiudicazione, e al fine di scongiurare la concorrenza, apportava le necessarie modifiche ai documenti di gara, che consegnava ai suddetti pubblici funzionari, per il conseguimento e l'aggiudicazione della gara stessa, promettendo e riconoscendo loro in cambio della consapevole compartecipazione, anche vantaggi di natura patrimoniale (denaro, incarichi pubblici, assunzione di personale e simili)". In cambio di viaggi relax e altri benefit, Tedesco poteva contare sul medico oculista Domenico Cassano, primario al Perrino e promosso responsabile del Day surgery di Fasano.
CONSIGLIERI E POLITICI. I politici sarebbero entrati nell'affaire favorendo a loro volta le imprese amiche, affinché riuscissero ad accaparrarsi appalti milionari come quello dei gas medicali, pretendendo in cambio l'assunzione di persone da loro segnalate. Quello descritto come "metodo Tedesco", cioè servirsi dei funzionari infedeli per le anticipazioni sugli appalti, era il sistema applicato dall'imprenditore Vittorio Marra, che per mezzo di Carmine Dipietrangelo (descritto come "dipendente occulto" di Marra) che avrebbe agito in concorso con l'ex direttore amministrativo Alfredo Rampino e Vincenzo Corso, predisponeva "i documenti di gara prodromici alla aggiudicazione dei relativi appalti pubblici della Asl, sfruttando a tal fine anche gli incarichi politici ricoperti in seno al Partito democratico". Identica accusa a carico dell'ex consigliere regionale della Margherita Vincenzo Cappellini.
IL CASO CURTO. Ai consiglieri regionali con le mani più o meno in pasta gli investigatori dedicano un intero capitolo. Del francavillese Euprepio Curto, all'epoca nell'Udc, si dice per esempio che fosse "in contatto assiduo con Corso". "Tali colloqui (non solo quelli aventi Curto per protagonista, ndr) hanno quale tema comune la richiesta di assunzioni clientelari che risulteranno strumentali ad un allargamento del suo consenso politico all'interno del consesso comunale di cui fa parte come capogruppo", si legge nelle pagine della monumentale informativa. Curto si prodiga affinché venga assunta la cognata di un consigliere comunale della sua città nella Manutencoop, una delle ditte baciate da Corso. Un posticino a tempo determinato, altro Curto non può promettere, fino a quando l'acerrimo avversario di sempre, l'ex onorevole Luigi Vitali (estraneo all'inchiesta), non tenta di soffiargli la "cliente", offrendo alla signora un posto a tempo indeterminato di modo che il consigliere-parente passi dall'Udc al Pdl.
LA SANITÀ È COSA LORO. Così facevano tutti: "... sto parlando dei consiglieri regionali che pensano tutti quanti che la sanità sia cosa loro", a parlare è l'ex assessore regionale ai Lavori pubblici della Regione Puglia Fabiano Amati (del tutto estraneo all'inchiesta), in un colloquio telefonico con Rollo, "tienili fuori, tienili fuori tutti dalla cucina...".
Sonia Gioia su Repubblica.it
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