
Il piatto è servito per l’Acquedotto pugliese ha ottenuto le procedure di Valutazioni d’impatto ambientale necessari a completare i lavori del depuratore di Urmo Specchiarica e degli scarichi complementari in località Masseria Marina a San Pietro in Bevagna e nel bacino Arneo di Torre Colimena. L’atto è stato già pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Puglia a firma del dirigente della Sezione Autorizzazioni Ambientali, architetto Gaetano Sassanelli.
Salvo impedimenti giudiziari (pende un ricorso al Tar di Lecce) e di un improbabile freno di natura politica (il Consiglio comunale di Manduria deve ancora ratificare una variante urbanistica che modifica la destinazione agricola dove è previsto lo scarico al suolo), l’impresa appaltatrice potrà riavviare i motori delle ruspe che erano ferma da due anni, da quando, cioè, gli enti con competenza autorizzativa in materia ambientale, hanno espresso dubbi e presentato obiezioni e correttivi ai piani di Aqp.
Le autorizzazioni ottenute contengono delle prescrizioni che riguardano sia la fase di cantiere e termine lavori che l'esercizio vero e proprio dell’opera. Niente di particolarmente ostativo per i progetti di Aqp, semmai più oneroso dovendo applicare una serie di accorgimenti e mitigazioni ambientali nella fase di realizzazione degli scavi e di posa in opera delle condotte e, in seguito, rispettare i controlli biochimici e batteriologici sui reflui depurati da scaricare in parte al suolo, in parte nel circuito della reta irrigua agricola e infine in mare. Tra gli impegni che Aqp dovrà rispettare, c'è quello imposto dalla Sezione Risorse Idriche della stessa Regione Puglia che lo obbliga , prima dell’avvenuto completamento degli interventi del primo stralcio funzionale già sottoposto ad autonoma verifica di assoggettabilità a Via (collegamento tra vecchio e nuovo depuratore), dovrà trasmettere autonoma istanza di autorizzazione allo scarico definitiva, unitamente al piano di gestione comprensivo di tutti i disciplinati compreso quello di avviamento». Prima di versare un solo litro di reflui al suolo, insomma, i progettisti dovranno acquisire regolare e definitiva autorizzazione allo scarico.
Per quanto riguarda lo scarico complementare nel mare di Torre Colimena attraverso il bacino di Arneo con cui è collegato, le uniche prescrizioni riguardano la fase di cantiere (conservazione dell’esistente), mentre per l’esercizio si dovrà rispettare la raccomandazione dell’Arpa preoccupata delle possibili variazioni improvvise e consistenti del livello dell’acqua nel bacino di Colimena che potrebbe esondare nei terreni circostanti prima di raggiungere il mare.
Nazareno Dinoi
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3 commenti
Gregorio
mar 7 febbraio 22:50 rispondi a GregorioSpero che i tecnici abbiano effettuato i tutti i controlli possibili e immaginabili per dare l’ok ! La teoria sono una cosa e, la pratica è un’altra cosa !
Lorenzo
mar 7 febbraio 08:20 rispondi a LorenzoCi sarà da ridere in futuro, quando questi Enti gestori dei depuratori ma di fatto società, per contenere i costi ed aumentare i profitti ( le nomine politiche e le poltrone dei consigli di amministrazione hanno costi abnormi), mi immagino come potrebbero essere i controlli e chi li farà 🤣😂🤣😂🤣. Portatemi un depuratore al sud d' Italia, costato un patrimonio ai cittadini, che funzioni regolarmente, specialmente quelli con tecnologia superata ma ancora proposta ed installata. Buone puzze in futuro e controlli a '' capocchia ''. ItalSider/ilva insegnano. Opinioni
Strada per maruggio
mar 7 febbraio 15:07 rispondi a Strada per maruggioAppunto Ilva non ha insegnato niente quella costruita negli anni 70 che non si sapeva ora si sa e ancora peggio