In tutta la Puglia le cisterne sono colme di vino invenduto. Al 31 marzo i dati del Ministero dell'agricoltura segnavano una giacenza di 7 milioni e mezzo di ettolitri: 400mila in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Non meno preoccupante la situazione nella provincia di Taranto dove a pagare maggiormente la crisi è il Primitivo Dop: 371mila ettolitri a marzo del 2021, 501mila oggi con un invenduto di 13 milioni di litri. Cisterne ancora piene e mancano pochi mesi all'arrivo del nuovo prodotto della vendemmia che le cantine non sapranno dove mettere. Le conseguenze potrebbero essere gravissime, a partire dal crollo del prezzo delle uve che secondo le prime proiezioni scenderebbe a 25 o 30 euro per quintale, contro gli 80 euro della passata campagna e i 160 euro degli anni d'oro quando è iniziato l'assalto del Primitivo Igp che ha drogato i mercati.
In controtendenza va appunto l'indicazione geografica che sempre nella provincia di Taranto registra una giacenza inferiore rispetto all'anno scorso: a marzo del 2021, le scorte di Igp che nell'area ionica per il 75% è fatto di uve di Primitivo, erano 930mila ettolitri contro gli 870mila di quest'anno. Un saldo negativo a scapito della Dop che paga il confronto con rimanenze preoccupanti. Ed è proprio questo, secondo gli enologi, il nodo principale da sciogliere. «Lavoriamo con disciplinari che non rispondono più alle richieste del mercato e bisogna necessariamente cambiarli», dichiara il presidente della sezione Assoenologi di Puglia, Calabria e Basilicata, Massimo Tripaldi. «Bisogna rivedere le rese di produzione per ettaro perché, per il Primitivo Igp in particolare spiega l'esperto - i 220 quintali per ettaro sono ormai improponibili se dobbiamo parlare di qualità; così come anacronistici sono i 170 ettari per il Primitivo Salento».
Il rimedio non è per niente semplice come chiarisce ancora Tripaldi. «Se ci fosse un consorzio di tutela degli Igp, toccherebbe a lui proporre la modifica ai propri soci che lo voterebbero oppure no; in mancanza di questo, l'onere tocca alla Regione Puglia che potrebbe modificare i disciplinari previa consultazione con i produttori che dal nostro osservatorio risulterebbero favorevoli a farlo. Purtroppo - aggiunge il presidente degli enologi delle tre regioni del Mezzogiorno -, non ci risulta che il tema sia nell'agenda dell'assessore all'agricoltura pugliese Donato Pentassuglia». A parte l'iperproduzione, la crisi dell'invenduto di Primitivo dipende anche da una serie di contingenze negative che il presidente Tripaldi definisce come «la tempesta perfetta». A partire da una nuova moda del vino rosato preferito ai rossi, ma anche dall'inflazione che fa calare il potere d'acquisto, passando all'aumento delle materie prime e quindi del prodotto finito per finire con la guerra che crea incertezza in tutte i mercati esteri. «Anche a voler svendere il prodotto conclude Tripaldi non è facile trovare acquirenti, la situazione è abbastanza complicata e merita la massima attenzione di tutti gli attori del settore». E bisogna fare in fretta perché l'annata 2023 è alle porte.
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13 commenti
Massimiliano
mar 16 maggio 2023 04:35 rispondi a MassimilianoE uno dei lati negativi delle sanzioni che ci siamo autoinflitti, x aver dato retta ai nostri alleati abbiamo chiuso le porte alla via della seta, in più l Europa classifica i nostri vini come bevande pericolose, in pratica accettiamo qualsiasi cosa che ci impongono, anche se è lesivo x l Italia. Abbiamo ancora tanto da imparare e soprattutto da difendere nella giungla dei mercati.
Vacanziere
lun 15 maggio 2023 07:34 rispondi a VacanziereVabbè è ora che lordignori abbassino il prezzo x fare scorta Ottimo vino ottimo prezzo
Pietro Stefano
lun 15 maggio 2023 02:53 rispondi a Pietro StefanoSempre come al solito in notevole ritardo i cari meridionali e i soliti pugliesi. Il loro motto è: “armatevi e partite”. Con i politicanti che avevate e avete eletto, sia in non regione che al parla e mentono sono degli inetti, incapaci e corrotti. Cacciamoli TUTTI a pedate in c….lo
Giuanni cu la camisa cranni
lun 15 maggio 2023 11:54 rispondi a Giuanni cu la camisa cranniForse i consumatori hanno PAURA dell’ ALCOL 🍷 TEST !!
Lorenzo
lun 15 maggio 2023 10:54 rispondi a LorenzoEffetto 'calabrone' e Consorzio non all'altezza dei tempi moderni. Troppa politica e poca strategia. I mercati nuovi nel mondo non conoscono il Primitivo di Manduria. Urge un Consorzio di giovani talenti che sanno e capiscono di globalizzazione. Altrimenti aspetta e spera " cu enchi lu pidoncino". Cominciate a produrre l' aceto balsamico ( è un' idea) Opinioni
Vincenzo
lun 15 maggio 2023 08:44 rispondi a VincenzoSi coltiva a primitivo e si produce il Primitivo di Manduria con quali risultati? Da profano del settore e modesto consumatore di vini, durante un'estate a San Pietro, mi è capitato di intrattenere una conversazione sull'opportunità di convertire parzialmente l’attuale produzione. Ciò ci viene suggerito dalla domanda dei mercati. Rivolgerei lo sguardo, come in alcune zone geografiche della Puglie è stato già fatto, verso il recupero di vitigni antichi e autoctoni, anche per assecondare e privilegiare le mutate tendenze dei consumatori che, col passare degli anni, per via di diversificate abitudini alimentari e dei necessari accostamenti, registrano mutate predilezioni. Ci si dovrebbe orientare verso vini a più modesto contenuto alcolico e di più agevole abbinamento. Da tale riconversione il settore in sofferenza, potrebbe trovare nuova linfa.
Jack
lun 15 maggio 2023 07:48 rispondi a JackIl vino da vasca è pieno di bisolfiti.al terzo bicchiere hai gia mal di testa,stile vino cartonato,non dovrebbe essere cosi!
Giorgio
lun 15 maggio 2023 07:02 rispondi a GiorgioTutto una moda,,È finita la pacchia. Se il mondo gira 🤑😇😇
Leonello
dom 14 maggio 2023 07:33 rispondi a LeonelloMica dicono come effettivamente stanno le cose, al contadino che la coltiva danno 4 soldi e poi loro vendono a peso d'oro, chiaramente è colpa di chi li coltiva, mica delle cantine che vogliono straguadagnare, eheee beh, ci sono i presidenti che mica si accontentano, devono avere lo stipendio alto, poi danno la colpa all'inflazione ed al potere di acquisto.
giorgio sardelli
dom 14 maggio 2023 05:25 rispondi a giorgio sardellisi deve ritornare a produrre sano e saporito,non che bisogna mettere sale ma produrre qualità sana e sincera lasciare maturare le uve col sole e il tempo giusto basta con la maturazione artificiale proteggere il marchio dalle frodi
Egidio Pertoso
dom 14 maggio 2023 03:28 rispondi a Egidio PertosoCostringerci ad avvinizzarci ancora di più proprio no. Già abbiamo il fegato gonfio per altre cose, a rischio cirrosi. E poi non si puo' avere, come dice il detto - la botte piena e la moglie ubriaca - ché, anche quando sono sobrie, le nostre donne non sanno da che parte e come cominciare.
Andrea
dom 14 maggio 2023 01:37 rispondi a AndreaSecondo me dovreste alzare ancora un po’ i prezzi.
Realtà
dom 14 maggio 2023 11:40 rispondi a RealtàI prezzi son un pochettino alti eh