
In due, vestiti di nero, passamontagna dello stesso colore e pistole in pugno. Hanno fatto così irruzione nell’ufficio postale di Avetrana all’apertura degli uffici quando i dipendenti stavano prendendo posto nei rispettivi ruoli. Gente sveglia, professionisti che in pochi secondi hanno fatto il colpo portando via il bottino, tutte le banconote conservate nella cassaforte non ancora quantificate ma che si aggirerebbero dai quaranta ai sessantamila euro. Una rapina riuscita per ora perché sulle tracce dei rapinatori ci sono i carabinieri della locale stazione e della compagnia di Manduria intervenuti un attimo dopo la fuga dei banditi che avrebbero già individuato l'auto con la quale i banditi sono fuggiti.
Questa la ricostruzione dei fatti. I malviventi, probabilmente nella notte o al mattino presto, avrebbero scavalcato il recinto della sede in via Piave e si sarebbero nascosti attendendo l’apertura degli uffici. Quando gli impiegati sono arrivati ed hanno aperto la porta sul retro disinserendo l’allarme, i due rapinatori sono piombati dietro di loro intimando a tutti, armi in pugno, di alzare e mani. Uno dei due ha puntato la pistola contro uno dei dipendenti costringendolo ad aprire la cassaforte mentre l’altro teneva a bada il resto degli impiegati impietriti dal terrore. Arraffato il contenuto del forziere che ha inserito in una borsa i due incappucciati sono usciti dileguandosi a piedi. E’ partita così la chiamata ai carabinieri della locale stazione che sono arrivati subito ma purtroppo a cose già fatte.
L’allarme è stato lanciato a tutte le pattuglie che si sono concentrate ad Avetrana. Per coordinare le operazioni è giunto sul posto il comandante della compagnia di Manduria, il capitano Alessandro Torto (nella foto) che ha dato subito disposizione di allestire dei posti di blocco su tutte le strade di uscita della cittadina. L’allerta è stata estesa ai comandi provinciali di Lecce e Brindisi confinanti con Avetrana. I militari hanno recuperato le immagini delle telecamere di sorveglianza interne ed esterne alla struttura e stanno mappando tutte quelle dei privati posizionati sulle possibili vie di fuga dei banditi. Per tutta la mattinata di ieri gli investigatori hanno ascoltato le testimonianze dei dipendenti presenti alla rapina alla ricerca di particolari che possano aiutare a dare una pista utile alle ricerche. I due malviventi parlavano con una flessione dialettale molto netta che escluderebbe una nazionalità diversa da quella italiana, comunque non del posto e nemmeno della provincia di Taranto.
Il rumore delle sirene, il via vai di forze dell’ordine per le vie del paese e il luogo preso di mira dai criminali ha fatto riaprire una triste finestra di ricordi negli avetranesi. Nel lontano 1998, in quello stesso posto, ci fu una sanguinosa rapina a mano armata con conflitto a fuoco tra banditi e carabinieri concluso con cinque feriti tra cui un militare e quattro civili raggiunti dai proiettili vaganti. Quel giorno di giugno una banda composta da cinque elementi armati di fucili a pompa e mitra Kalashnikov seminò terrore e piombo. Tre di loro entrarono nell’ufficio e altri due di guardia restarono fuori. A far saltare il piano fu l’arrivo dei carabinieri che furono accolti da una tempesta di fuoco. Sul terreno rimasero un centinaio di bossoli e cinque persone ferite. I banditi riuscirono a fuggire.
Nazareno Dinoi su Quotidiano di Puglia
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2 commenti
Gregory
gio 17 aprile 13:14 rispondi a GregoryCOMPLIMENTI. Auguri e buona pasqua . Chiedo se vi prendono sarà i domiciliari????
Marco
gio 17 aprile 09:33 rispondi a MarcoMi viene da pensare che è stato così facile come rubare le caramelle ad un bambino... Che polli 🧟♂️