Erano stati denunciati in sei, cinque di Avetrana e uno di Manduria, perché l’8 marzo del 2017 avevano preso parte ad un presidio di protesta pacifica davanti al costruendo cantiere del depuratore consortile di Manduria e Sava. Finiti sotto processo, sono stati tutti assolti per intervenuta prescrizione. «In unione e concorso fra di loro – si legge nell’atto di citazione in giudizio -, promuovevano in luogo pubblico una riunione senza darne avviso al Questore tre giorni prima». Un’imputazione vecchia di novant’anni (il Reggio decreto porta la firma di Re Vittorio Emanuele III) che agli imputati è costata un decreto di condanna prima e un processo penale poi per concludersi dopo cinque anni con la prescrizione del reato. Tra i nomi alla sbarra anche l’ex vicesindaco di Avetrana, Alessandro Scarciglia che con gli altri cinque era stato fermato e identificato dal personale del commissariato della polizia di Stato di Manduria. Gli altri manifestanti denunciati, tutti componenti del comitato cittadino che per anni ha cercato di opporsi al megadepuratore in località Urmo-Belsito di Specchiarica, marina di Manduria, sono Silvio Sammarco, Antonio Saracino, Gennaro Fortunato, Giuseppe Morleo e Realino Pignatelli.
Dopo quattro anni di indagini, a febbraio dello scorso anno il tribunale di Taranto aveva disposto il giudizio immediato a carico degli imputati che si erano opposti al decreto di condanna. Dopo due rinvii, colpa anche il fermo pandemico, il giudice monocratico del tribunale ionico, Clara Cirone, ha pronunciato la sentenza di assoluzione per tutti. Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Enzo Tarantino, Francesco Di Lauro e Raffaele Missere.
La vicenda chiude processualmente una stagione di proteste contro il contestatissimo depuratore che soprattutto gli avetranesi non hanno mai digerito perché situato proprio sul confine della loro zona residenziale. Un’opera quasi completata, mancante ancora del recapito finale dei reflui recentemente individuate in contrada Masseria Marina, lontana dalle villette degli avetranesi e più vicine a San Pietro in Bevagna, località balneare dei manduriani che a differenza dei cugini avetranesi hanno accolto quasi passivamente le trincee drenanti che solo una frangia ambientalista della popolazione, sicuramente la minoranza di essa, sopporta come un pugno nello stomaco.
Nazareno Dinoi
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5 commenti
Cricoriu
gio 28 aprile 2022 11:07 rispondi a CricoriuNo li putiunu sparagnari sti sordi?
Fernando
gio 28 aprile 2022 05:35 rispondi a FernandoMi sto ancora chiedendo se il manduriano abbia amato mai la sua terra.
Lorenzo
gio 28 aprile 2022 05:34 rispondi a LorenzoOvviamente la politica e le grandi opere, è risaputo che in Italia il diritto di manifestare contro è quasi sempre represso con leggi e leggine dei tempi non consoni. Tuttavia invece se vuoi distruggere un area protetta ( Chidro) e in estate trasformarla in una piscina comunale, orinatoio pubblico, bivacco e ammasso di rifiuti, tranquilli le autorità se ne fregano.... Per il bene comune. 😜Francescane Brutture. Opinioni
Gregorio 1
gio 28 aprile 2022 02:26 rispondi a Gregorio 1Bravo, infatti, si viene denunciati se si DIFENDE l’ambiente, mentre se butti dell’amianto... ti premiano 🥉🥈🥇🏅🏆 questa è la burocrazia !!!
Strada per maruggio
gio 28 aprile 2022 02:17 rispondi a Strada per maruggioSolo in russia chi manifesta viene condannato qua chi ha fatto il danno e stato rieletto per coprire I danni fatti e fa dichiarazioni per lavarsi la coscienza vedi articolo apparso oggi su questo giornale onore a chi ha manifestato naturalmente piu di avetrana perche di manduria ci sono molti legami