Non è stato il sushi a provocare le infezioni ai clienti, ma un virus trasmesso dall’uomo, probabilmente di un addetto alle cucine. E’ questo il risultato dell’indagine condotta dal Dipartimento di prevenzione della Asl che è corso ai ripari per impedire altri contagi. È il caso del ristorante cinese di Manduria dove almeno una quarantina di clienti, quasi tutti manduriani, hanno accusato sintomi gastroenterici più o meno gravi. Per questo le autorità sanitarie hanno disposto la chiusura del locale per un periodo utile a garantire l’eliminazione dell’organismo mediante la completa sanificazione di tutti gli ambienti e lo scarto dei prodotti presenti in magazzino.
L’agente infettante isolato dal laboratorio zooprofilattico di Foggia, è il «Norovirus», una specie altamente infettiva la cui persistenza nell’ambiente permette la replicazione e diffusione anche per due settimane dopo l’infezione iniziale. La trasmissione del virus avviene direttamente da persona a persona, per via orofecale o via aerosol ma anche per contatto con superfici contaminate.
L’altro ieri sera, appena ricevuta la risposta da Foggia, il Dipartimento di prevenzione della Asl diretto da Michele Conversano, ha inviato sul posto i tecnici dell’Ufficio igiene della Asl di Manduria che hanno intimato la sospensione dell’attività di ristorazione indicando le giuste procedure per una profonda sanificazione di tutti gli ambienti. Ieri mattina è toccato invece ai sanitari del Sian, Servizio igiene degli alimenti e nutrizione della stessa Asl a notificare ai titolari della licenza l’ordinanza di chiusura con obbligo di esami ematochimici di tutto il personale impiegato, otto dipendenti e due proprietari, per scoprire chi e quanti di loro hanno veicolato il virus attraverso la manipolazione o lavorazione degli alimenti.
Avevano quindi visto giusto i sanitari del Sian, il dirigente Giovanni Doria con il dottor Giovanni Altavilla sotto la direzione del dottor Orlando Durante, a sospettare il personale addetto alle cucine come fonte di contagio e non il sushi come si era pensato in un primo momento. Il pesce crudo era stato messo sul banco degli imputati all’indomani delle prime dodici denunce di intossicazione alimentare di altrettante persone che si erano recate all’ospedale Marianna Giannuzzi di Manduria lamentando violenti disturbi enterici e tutti avevano consumato sushi in quel locale nelle due giornate di venerdì 11 e sabato 12 novembre.
Il lunedì successivo il personale del Sian si era recato nel ristorante cinese passando ai raggi X alimenti e ambienti. In quella occasione non erano emerse carenze igieniche e anche i prodotti conservati, tutti di origine italiana, sarebbero stati in regola con la normativa sulla tracciabilità. Per questo gli esperti puntarono subito i sospetti sulla manipolazione in cucina. Nel frattempo i casi di intossicazione erano diventati 34, numero destinato a crescere nei giorni successivi quando il pronto soccorso del Giannuzzi e in alcuni casi i medici curanti hanno documentato la presenza di sintomi su altri avventori di quel locale.
I Norovirus sono difficili da controllare ed è quindi necessario applicare rigorose misure sanitarie per prevenirli e contenerli. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità non esiste un trattamento specifico contro il Norovirus, né un vaccino preventivo e la malattia non ha solitamente conseguenze serie, la maggior parte delle persone guarisce in uno o due giorni senza complicazioni.
Nazareno Dinoi
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.