Giovedì, 1 Maggio 2025

Attualità

I due querelati hanno pubblicato i commenti incriminati

Arnò e Breccia: così abbiamo “offeso” Pizzi

Da sinistra: Gregorio Pizzi e Gregorio Pecoraro Da sinistra: Gregorio Pizzi e Gregorio Pecoraro

Sono il compositore Ferdinando Arnò e l’ex consigliere comunale Mimmo Breccia due dei sei manduriani denunciati dal collaboratore del sindaco, Gregorio Pizzi, insieme al direttore de La Voce di Manduria, Nazareno Dinoi.

I due che devono rispondere di diffamazione e quindi destinatari di un decreto di condanna penale di natura pecuniaria (contro il quale tutti proporranno opposizione), hanno deciso di uscire allo scoperto e di rendere pubblico il contenuto delle rispettive frasi ritenute denigratorie o diffamanti dal consigliere politico del sindaco.

«Ho saputo solo ora di essere stato denunciato, insieme ad altre sei persone, da Gregorio Pizzi, stretto collaboratore del sindaco», scrive il maestro Arnò. «Il giudice, senza consultarci, ci ha già condannati», prosegue l’artista che riporta la frase incriminata: «buonasera Gregorio, come sta? Tutto bene? No,  cosi, ero un po' in pensiero, magari il vaccino le aveva lasciato  strascichi. Ah buon lavoro». Il commento in cui si fa francamente fatica a trovare offese tali da scatenare l’ira del presidente cittadino dell’Associazione nazionale partigiani, Pizzi appunto, risale al 2021 ed era relativo alla notizia della vaccinazione del querelante contro il Covid con una dose «che altrimenti sarebbe stata buttata», aveva dichiarato lui stesso e che trovandosi lì perché «dava una mano all’amministrazione comunale per la buona riuscita della campagna vaccinale», dichiarava sempre Pizzi, i sanitari avevano insistito per fargliela.

Più ironico che altro, invece, il post lasciato da Breccia che nel suo stile canzonatorio aveva commentato così la stessa notizia: «vi ripeto che non ci sono corsie preferenziali per fare il vaccino. Pizzi puru cce' capu ca tiniti», alludendo con ironia sul cognome del «partigiano».

 

 

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COMMENTA

10 commenti

  • Vincenzo
    gio 24 aprile 08:43 rispondi a Vincenzo

    L’episodio era stato portato ai “disonori” della cronaca, da alcuni cittadini. Avevano segnalato pratiche antidemocratiche, al limite della legalità, avverso le quali gli organi competenti “sembra” non abbiano indagato. Cosa ci facesse G.P. nei pressi del centro vaccinale, sarebbe stato opportuno sapere. Forse si prodigava ad agevolare l’ingresso al centro, favorendo il più classico “salta la fila”, seguito, come è poi risultato, dall’altrettanto classico e sotteso, “Io sono io e tu non sei un C.”. Non c’era un diritto, non si trattava di persone fragili. Per questo motivo alcuni avevano espresso la propria contrarietà e democratico dissenso. A distanza di anni, ad opera di chi certe reazioni aveva procurato, mettendo in atto una perfida strategia, i nodi sono venuti al pettine. All’epoca gli interessati non avevano rilasciato dichiarazioni, non potendo trovare giustificazioni plausibili

  • Gino
    mer 23 aprile 21:43 rispondi a Gino

    Scusate ma…Signori miei…perché non vi preoccupate dei problemi della città e dei suoi abitanti, invece di pensare come querelare la gente che svolge il proprio mestiere! Pecoraro & Pizzi perché non vi impegnate un po’ di più sui problemi REALI della nostra MANDURIA ?

  • Agfa
    mer 23 aprile 15:55 rispondi a Agfa

    Lorenzo, quannu tici ca unu "n'onta ni oli" no?

  • giorgio sardelli
    mer 23 aprile 14:40 rispondi a giorgio sardelli

    mi sa che si tratta di un grido a chi può sentire e vuole sentire come per dire" NON DIMENTICATEVI DI ME CI SONO ANCHE IO" forse SONTU FATTARIEDDI DI POCO CONTO cerchiamo di parlare di cose più serie che una città come Manduria ha ( nella marina ci sta tutto anche se per due mesi all'anno però ricordiamoci di chi vive 12 mesi all'anno da 50/60 anni in condizioni disastrate dovreste fare due salvadanai uno per le marine e uno a parte per la città e portare il progresso parallelo cosa significa strade e acqua solo per due mesi e niente per dodici mesi solo polvere sporcizia in stato arretrato al 1940

  • Vincenzo
    mer 23 aprile 11:48 rispondi a Vincenzo

    L’episodio era stato portato agli onori della cronaca, da alcuni cittadini. Avevano ritenuto doveroso segnalare pratiche antidemocratiche, al limite della legalità, avverso le quali gli organi competenti non avevano indagato. Cosa ci facesse G.P. nei pressi del centro vaccinale, sarebbe stato opportuno sapere. Forse si prodigava ad agevolare l’ingresso al Centro, favorendo il più classico “salta la fila”, seguito, come è poi risultato, dall’altrettanto classico e sotteso, “Io sono io e tu non sei un C.”. Non c’era un diritto, non si trattava di persone fragili. Per questo motivo alcuni avevano espresso il proprio democratico dissenso. A distanza di anni, ad opera di chi certe dichiarazioni aveva provocato, mettendo in atto una perfida strategia, i nodi sono venuti al pettine. All’epoca gli interessati non avevano rilasciato dichiarazioni, non potendo trovare giustificazioni plausibili.

  • 🤷🏻‍♀️
    mer 23 aprile 11:14 rispondi a 🤷🏻‍♀️

    🤦🏻‍♀️

  • Alessandra Moscogiuri
    mer 23 aprile 09:53 rispondi a Alessandra Moscogiuri

    Il tutto mi sa del più becero oscurantismo.Poveri noi!!!

  • Antonio Ruggero
    mer 23 aprile 09:10 rispondi a Antonio Ruggero

    Ma quale partigiano? O forse perchche per il sindaco? È tanto partigiano che.npn sa come i indossare il foulard d3ll'ANPI. In molte foto lo indossa a mo' di bavetta,quando invece deve essere indossato conil nodo con il nodo davanti ela parte largo sulla nuca...

  • Lorenzo Libertà per la Marina
    mer 23 aprile 07:20 rispondi a Lorenzo Libertà per la Marina

    In questa città martoriata dalla pluriennale "malapolitica", l' onta conta più dei fatti e del bene comune. Mi meraviglia il tempo dedicato dalle Istituzioni a queste cavolate, mentre le stesse istituzioni alcune volte dimenticano di sanzionare chi inquina e chi reca danni alla salute pubblica. L' onta... 🤔 Opinioni

    • Carlo
      mer 23 aprile 10:52 rispondi a Carlo

      Quando si hanno amici degli amici nei Tribunali.Opinione

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