Giovedì, 25 Aprile 2024

Salento Puglia e mondo

L'allarme della Cia Taranto

Arif e Consorzi di Bonifica rischio vere siccità del mondo agricolo

Siccità Siccità © La Voce di Manduria

Taranto. La siccità sta creando non pochi disagi e danni alle aziende agricole delle province di Taranto e Brindisi ed in particolare della zona occidentale della provincia di Taranto.

Nei giorni scorsi il problema è stato portato alla attenzione delle istituzioni dalla Cia Agricoltori Italiani Due Mari (Taranto-Brindisi).

Il presidente provinciale Piero De Padova e il direttore provinciale Vito Rubino hanno inviato una nota a Donato Pentassuglia, assessore regionale all’agricoltura della Regione Puglia, a Francesco Ferraro, direttore generale di ARIF, e ad Alfredo Borzillo, commissario unico dei consorzi di bonifica, chiedendo un incontro urgente per affrontare la questione.

Nella missiva Cia Agricoltori Italiani Due Mari segnala «che nella zona di Castellaneta (TA), in contrada Borgo Perrone, alcuni pozzi gestiti dall’Arif, a causa della persistente siccità, rischiano una contrazione della portata».

 «Ormai a livello nazionale e mondiale, gli orientamenti di scienziati ed esperti del settore sono quelli di preservare la falda acquifera sotterranea di ridurre l’utilizzo dei pozzi (anche a causa dell’aumento della salinità) e laddove possibile utilizzare le acque depurate o le acque provenienti dagli invasi – spiegano De Padova e Rubino nella nota – Nella zona occidentale della provincia di Taranto nonostante vi sia questo tipo di alternativa, si continua a preferire il prelevamento dell’acqua dal sottosuolo, anziché quella proveniente dalle dighe. Quest'ultima, così come riportato dalle analisi chimico fisiche, risulta essere, tra l'altro, di livello qualitativo di gran lunga superiore all’acqua emunta dai pozzi».

È dal 2020 che la Cia sta sollecitando il riutilizzo dell’acqua proveniente dagli invasi lasciando i pozzi solo ed esclusivamente per una fase emergenziale.

«Inutile elencare ed evidenziare tutte le difficoltà incontrate per giungere a tale soluzione trattandosi di due enti presenti nello stesso comprensorio, entrambi poco disposti a cedere “sovranità territoriale” nei confronti dell’altro»,  si legge ancora nella nota.

La Cia Due Mari porta, ad esempio, la riattivazione del collegamento per attingere dal Consorzio di Bonifica Stornara e Tara, tramite il canale adduttore, all’altezza della presa X (acqua proveniente dalla diga di San Giuliano), avvenuta nel 2021 all’incrocio tra la S.P. 13 e la S.P. 11 in agro di Castellaneta (TA).

«Si evidenzia che, sin dagli anni sessanta tale attingimento era attivo e tramite una apposita condotta denominata “canaletta dei pini” trasferiva l’acqua dal canale adduttore del Consorzio di Bonifica, all’altezza della presa X, alle zone di Borgo Perrone, Enaoli e Frisini, dopodiché la vetustà degli impianti (canalette a cielo aperto), l’assenza di manutenzione e le varie crisi idriche hanno lasciato il posto all’utilizzo dei pozzi». 

Poiché il comprensorio descritto è uno di quelli ad altissima specializzazione produttiva (vigneti da tavola, melograni, mandorleti, ortaggi, oliveti, ecc…..) e ad alta incidenza di impiego di manodopera, investimenti per migliorare la fornitura della risorsa idrica consentirebbero di disporre per tutto l’anno di acqua.

«Infatti, si potrebbe invasare e miscelare sia l’acqua proveniente dalle dighe di San Giuliano e di Monte Cotugno, che l’acqua proveniente dal fiume Tara, tramite la condotta Paoloni ed in caso di necessità quella dei pozzi esistenti nell’area e per caduta fornire acqua a pressione su tutto il comprensorio (determinando un notevole risparmio di carburante ed energia elettrica per le imprese agricole) – è evidenziato nella nota – Per sperimentare tale opportunità ed attivare il collegamento, nel 2021 fu sottoscritta una convenzione a titolo oneroso tra Arif e Consorzio di Bonifica Stornara  e Tara. A distanza di un anno, riteniamo che la convenzione sottoscritta si basa su parametri economicamente non vantaggiosi, tanto da generare indirettamente danni in capo agli agricoltori derivanti dalla difficile applicazione della convenzione. Infatti, nonostante siamo giunti ai primi di luglio al momento il prelievo di acqua non è stato ancora attivato».

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