Domenica, 13 Luglio 2025

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Già proprietari di due aziende vinicole in Puglia, a Minervino Murge in provincia di Bari e a San Pietro Vernotico nel brindisino, gli Antinori avrebbero da poco fatto degli importanti investimenti (vigneti o cantina)

Anche i marchesi Antinori puntano sulla Doc del Primitivo

Antinori Antinori | © Google

Dopo Bruno Vespa (e prima di lui altri importanti imprenditori “nazionali” del vino), il Primitivo di Manduria doc ha trovato l’interesse dei marchesi Antinori, notissimi vinificatori toscani tra i migliori produttori del Chianti classico. Già proprietari di due aziende vinicole in Puglia, a Minervino Murge in provincia di Bari e a San Pietro Vernotico nel brindisino, gli Antinori avrebbero da poco fatto degli importanti investimenti (vigneti o cantina) tra i due comuni di Fragagnano e Monteparano, zone entrambe ricadenti nel disciplinare del Primitivo Doc. Secondo gli osservatori del settore enoico, con questi nuovi investimenti nell’area del disciplinare, Antinori - che in Puglia produce già un Primitivo non Doc ma di indicazione geografica tipica -, vorrebbe conquistare ora la più pregiata denominazione di origine controllata del Primitivo di Manduria. Un’insidia non di poco conto per i produttori locali che si troverebbero a combattere contro un colosso dell’enologia di qualità che, qualità permettendo, può contare già su un nome di successo da mettere in etichetta. Un «Primitivo di Manduria doc» firmato Antinori, insomma, potrebbe fare la differenza sugli scaffali.

A prendere la parola sull’argomento è il manduriano Gregory Perrucci, tra i nomi storici del Primitivo. «Se un manipolo di produttori pugliesi – dice - ha reso famoso il vino in Italia e all’estero e ora siamo invasi al punto che aziende del nord comprano tutto e rischiamo di finire a fare i loro dipendenti – osserva l’imprenditore Messapico - direi che qualche domanda ce la dobbiamo fare, che qualcosa non ha funzionato, che abbiamo sbagliato noi produttori, la politica, e forse un po’ tutti. Ma poi, di grazia – aggiunge Perrucci -, in quale altra regione d’Italia c’è stata una corsa talmente mistificante, al punto che a rappresentare all’estero la produzione regionale sono sempre i soliti noti di altre regioni?».

Nazareno Dinoi

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1 commento

  • giorgio sardelli
    gio 26 ottobre 2017 11:55 rispondi a giorgio sardelli

    se il nostro primitivo non saliva sul tetto del mondo mai nessuno avrebbe investito un euro in puglia e nella zona del primitivo si legge da lontano un miglio che il primitivo sta andando di traverso a qualcuno e i colossi del nord lo vogliono soffocare non è la stessa cosa per loro comprare il nostro vino a prezzi attuali invece che ai prezzi di prima. I nostri produttori si sarebbero dovuti svegliare subito ai primi passi che questi signori hanno fatto nelle nostre terre e la politica locale ha le sue colpe non facendo mai niente a tutela del nostro vino e che se non fosse per l'impegno dei privati saremmo ancora nel medio evo

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