
Tute adatte per l’irrorazione in agricoltura, fatte indossare al personale sanitario per proteggersi dal coronavirus. È l’ultima «frontiera dell’orrore», come la definiscono gli autori della denuncia, che metterebbe in discussione la sicurezza sul lavoro di migliaia di lavoratori della sanità tarantina. La notizia che diventerà materia di indagine da parte della Procura della Repubblica di Taranto dove ieri è stata depositata un esposto querela, è che le ultime forniture di tute distribuite nelle postazioni del 118 della provincia ionica, sarebbero «taroccate» e non garantirebbero la copertura dal rischio biologico ma da quello chimico, quindi buone per uso agricolo o industriale (vernici, polveri, diserbanti e così via). A scoprire la presunta truffa sono stati i medici tarantini, Giancarlo Donnola e Pasquale Miccolis, il primo segretario aziendale del sindacato Anaao-Assomed, che ieri mattina si sono presentati in Procura a Taranto per ratificare una dettagliata denuncia. Tre pagine e 38 allegati relativi a foto ed altre «prove materiali», le tute incriminate appunto, ancora sigillate nelle loro confezioni.
Il «trucco» scoperto dai due medici sarebbe quello classico dell’applicazione di un’etichetta sull’altra. Quella ben visibile riporta il codice 3-B/4-B (protezione dal rischio biologico). Scollandola, ne appare un’altra, della stessa marca, ma con un codice diverso, il 5-B/6-B che secondo i denuncianti proteggerebbe dalle polveri ed altre sostanze chimiche (non dai virus).
Toccherà agli investigatori appurare la verità e al magistrato a cui sarà affidato il caso individuare i reati che potrebbero essere quelli di truffa in commercio, per il fornitore, e l’incauto acquisto per l’acquirente.
Per le centinaia di medici, infermieri e soccorritori che continuano ad usare questi dispositivi di protezione, sarà invece un incubo. Per non parlare dei tanti che si sono già contagiati sul campo magari indossando proprio le stesse tute portate in Procura. «Non c’è limite alpeggio», dichiara il sindacalista Donnola che la sera prima della presentazione della querela è stato ospite della trasmissione Mediaset, «Fuori dal coro», condotta da Mario Giordano, presentando le tute in questione. «Queste sono tute che vengono consegnate ai medici, infermieri e soccorritori del personale del 118 della provincia di Taranto per proteggersi dal virus, ma anche per evitare che siano i pazienti ad essere a loro volta contagiati dal personale», afferma Donnola che ora chiede alla magistratura «se questi dispositivi servono a proteggersi dai rischi biologici e se sono stati spacciati come tali».
Naturalmente gli investigatori si porranno anche il problema dei costi. Da una semplice ricerca su internet, si scopre che il modello di tuta che assicura la barriera contro i virus ha un valore dieci volte superiore a quelle usate nelle officine o in agricoltura.
Quella di Donnola, già firmatario di altre denunce sulla presunta malagestione dell’emergenza pandemica nella Asl ionica, segue altre proteste da parte del personale delle ambulanze che lamentano la mancanza di calzali, guanti e maschere idonee.
Sempre in materia di insoddisfazioni per le caratteristiche dei dispositivi di protezione forniti dalla centrale operativa del 118, si ricorda la recente denuncia di 28 infermieri dei reparti Covid che in un documento consegnato alle organizzazioni sindacali, hanno lamentato l’utilizzo di mascherine non adatte all’ambiente lavorativo (Ffp2 al posto delle più sicure Ffp3). La lettera firmata dagli infermieri è stata poi allegata ad un esposto che i sindacati hanno presentato al Prefetto e ai carabinieri del Nas di Taranto oltre che alla direzione aziendale della Asl.
Da Quotidiano di Taranto
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3 commenti
tarantino walter
gio 10 dicembre 2020 02:03 rispondi a tarantino walterarcuri e bertolaso non ne sanno nulla vero ? chi ha fornito queste tute e , quali le responsabilità penali che dovranno subire . questa gentaglia che attenta alla salute di operatori in prima linea deve finire in galera ....SUBITO . il covid ha fatto meno vittime della corruzione . in questo caso la magistratura deve essere veloce , velocissima
Egidio Pertoso
gio 10 dicembre 2020 01:45 rispondi a Egidio PertosoAvranno sbagliato consegna, come al solito. Andavano recapitate ai dipendenti Ilva-Arcelor Mittal, o come diamine si chiama il vecchio stabilimento ( con i vari passaggi di proprieta', non si capisce chi sono i proprietari!). Ad ogni modo il personale della sanità non si preoccupi: la Cina è già pronta a fornire milioni di tute, sempre se manteniamo l' accordo per farci mettere anche il 5G.
K.
gio 10 dicembre 2020 01:39 rispondi a K.Ma volete denunciare seriamente o no tutto questo??? O aspettiamo che muoiano mamme papà fratelli sorelle. Impegnati in quell’inferno? O forse nemmeno allora? Quando potremo sperare di veder smuovere le cose e trovare un po’ di senso nelle cose che fanno??? Ma nessuno le legge ste cose??