Domenica, 5 aprile. Domenica delle Palme. Una ricorrenza diversa dal solito, quest'anno. Il perchè, lo conoscete tutti. Sarà un breve pensiero, il mio. Non mi va di sprecare tante parole a vanvera. Siamo in un periodo, nel quale bisogna dare il giusto peso alle parole che si pronunciano o che si scrivono, come nel mio caso specifico. Ci tengo a dire che coltivo la speranza, che questa condizione provvisoria (per voi) possa finalmente insegnarvi qualcosa, facendovi anche comprendere quali siano veramente le cose importanti della vita. Che nella frenesia dei cosiddetti giorni normali, sembrano letteralmente sfuggirvi di mano e non interessarvi minimamente. Per me, lo sapete benissimo questa è una condizione permanente, al quale sono perfettamente abituato. Da una vita, faccio a meno di molte cose, anche futili. Questo non vuol dire, che soffro di meno degli altri. Anzi, tutt'altro.
Lo spiegherò meglio, entrando più nel dettaglio nel mio prossimo articolo, il giorno di Pasqua. Vi dico solo, che per uno come me, gli abbracci hanno sempre avuto un valore fondamentale che va oltre il semplice gesto. In questo momento, farne a meno è molto doloroso. Quindi... voi soffrite per non poter uscire, io soffro per non poter essere me stesso, affettivamente parlando. Insomma, ad ognuno le proprie sofferenze. Senza piangere troppo, però. Questa è la Vita.
Il mio auspicio finale (che credo sarà reso vano, purtroppo) quando tutto questo finirà, è che questa drammatica esperienza che stiamo vivendo, possa rendervi delle persone migliori e molto più esseri umani. Perchè la Vita è una sola, e bisogna volersi più bene. Tutti quanti. Insieme. Nessuno escluso. Buone Palme a tutti. E a domenica prossima. Claudio Rimoli
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