
Una coppia di imprenditori han vinto una causa contro la Banca Intesa San Paolo, ex Banco di Napoli che chiedeva il pagamento di 200mila euro a copertura di un debito accumulato da una società a responsabilità limitata, sua cliente, di cui i ricorrenti erano garanti.
L’avvocato manduriano Daniele Capogrosso che ha assistito la coppia, con la consulenza tecnica dello specialista in sistemi creditizi e bancari, Giovanni Fusco, è riuscito a sconfiggendo il colosso bancario facendo riconoscere l’impossibilità per i garanti di eccepire vizi di ogni genere nei rapporti tra tra la banca e il debitore principale e quindi il diritto ad opporsi. L’istituto applicava la sua richiesta sul fatto che, qualora il debitore principale non paghi il proprio debito come convenuto in contratto, la banca ha il diritto di rifarsi direttamente sul garante, senza che quest’ultimo possa obiettare a nemmeno sulla correttezza ed eventuali principi violati dalla banca.
Lo studio della complessa materia ha permesso alla difesa di rilevare delle incongruenze nella scopertura concessa al debitore attraverso il meccanismo dell’anticipo fattura che avevano fatto andare oltre ogni limite il debito. In sostanza l’istituto di credito facendosi scudo della fideiussione stipulata con i due garanti non si sarebbe curato di erogare in maniera oculata il credito alla società garantita. Lo stesso istituto di credito, nel ricorso per decreto ingiuntivo, affermava espressamente che il conto anticipi fatture era passato a sofferenza. «Stranamente però - ha fatto notare l’avvocato Capogrosso -, non compare la data in cui detto rapporto sarebbe entrato nella fase patologica. Eppure la banca aveva perfino deliberato in senso favorevole all’apertura di ulteriori linee di credito in favore della società garantita».
Pertanto, la banca non era stata in grado di provare il proprio credito, né la sua fondatezza né il suo ammontare. Non avendo il credito i requisiti della certezza e della liquidità, il Tribunale di Napoli con sentenza del 15 luglio (giudice Arminio Salvatore Rabuano) ha anato il decreto ingiuntivo della banca accogliendo le tesi sostenute dalla difesa e affrancando i garanti dal farsi carico del debito della società garantita ammontante a circa 200mila euro.
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5 commenti
stupidioti
sab 24 luglio 2021 09:19 rispondi a stupidiotila banca non sa LA SOMMA di quanto ha anticipato? nemmeno le date delle somme in sofferenza. di sicuro ha dato soldi ad una società a responsabilita' limitata ( già ma tittu tuttu) cmq i garanti cosa hanno garantito?nulla. morale la banca è stata difesa dall'avv. MASSIMO DELLA PENA(scarso e poco capace) forse per questo ex banco di napoli ex banca......
Domenico
lun 26 luglio 2021 08:16 rispondi a DomenicoNon c'è banca che non abbia sofferenze, vere o presunte, celate da un "velo" che non nasconde il pianto sul volto di chi ha subito la perdita... L'errore di chi và per obbiettivi spinge i sottoposti a "fottere e negare ai padri d'aver pregne le figlie, scudandosi col dir ch'eran 'troje" avrebbe detto Dante. Non credo che sia nesessario spiegare la parafrasi o immaginare banche immuni dal "vizietto".
Marco
sab 24 luglio 2021 11:58 rispondi a MarcoNon dimentichiamoci che qualcuno ha preso quei soldi che qualcun altro ha preso... E non penso che Davide facesse ste cose
DEMETRIO SAMMARCO
ven 23 luglio 2021 11:13 rispondi a DEMETRIO SAMMARCOBravo avvocato! Non sempre vince Golia!!
Domenico
ven 23 luglio 2021 10:56 rispondi a DomenicoIneccepibile. Il garante non è un soggetto passivo da chiamare solo a coprire la garanzia usata spregiudicatamente da un funzionario con l'idea di raccogliere incentivi personali senza rischi (tantu nceti lu fessa ca paja).