
Il 44enne di Alberobello Vito Mazzi, trovato impiccato nelle campagne di Martina Franca (Taranto) il 18 novembre 2018, non si sarebbe suicidato ma potrebbe essere stato ucciso. Per accertarlo, dopo la denuncia presentata dalla moglie di Mizzi, la Procura di Taranto ha disposto l'esumazione della salma e l'autopsia, ipotizzando il reato di omicidio volontario. «Ignoti - ipotizza negli atti il pm Ida Perrone - collocando una corda intorno al collo al fine di simulare il suicidio per impiccagione, ne cagionavano la morte». Il 13 febbraio sarà conferito l'incarico per l'autopsia al medico legale barese Francesco Introna.
Nelle scorse settimane era stata la moglie della vittima, difesa dall'avvocato Eugenio Pini con il contributo tecnico della criminologa e psicopatologa forense Diana Papaleo, a sollecitare la magistratura tarantina affinché accertasse le vere cause della morte dell'uomo, depositando una denuncia. La donna spiegava che il marito aveva problemi di deambulazione dovuti ad un incidente domestico avvenuto nel luglio precedente la sua scomparsa e non si sarebbe potuto arrampicare da solo sull'albero, fornendo anche spunti investigativi legati a possibili debiti contratti dal marito a causa del gioco d'azzardo. «Accolgo con soddisfazione la decisione del pubblico ministero - dichiara l'avvocato Pini - e plaudo alla grande capacità e determinazione mostrata dall'ufficio di Procura».
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