
Dodici persone, fra le quali Luigi Fiorillo, già commissario governativo, legale rappresentante e amministratore unico di Ferrovie Sud Est, sono state arrestate dalla guardia di finanza per il crac da 230 milioni di euro della società pugliese di trasporti. Agli indagati la Procura di Bari contesta, a vario titolo, reati di bancarotta fraudolenta documentale, societaria e patrimoniale. I fatti contestati si riferiscono agli anni 2001-2015, fino a quando la società è stata commissariata. Oltre agli arresti, è in corso l’esecuzione di sequestri e di una misura interdittiva. Ferrovie Sud Est è una società interamente partecipata dal Ministero dei Trasporti, concessionaria per la Regione Puglia del servizio ferroviario, acquistata circa un anno fa da Ferrovie dello Stato e attualmente sottoposta a procedura di concordato preventivo in continuità.
I nomi
L’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per il crac da 230 milioni di euro di Ferrovie Sud Est è stata notificata all’ex amministratore Luigi Fiorillo, ad Angelo Schiano, presunto amministratore occulto e avvocato della società, a Fausto Vittucci, revisore e certificatore dei bilanci Fse, e agli imprenditori Ferdinando Bitonte, Carlo Beltramelli, Carolina e Gianluca Neri, Franco Cezza, a sua moglie Rita Giannuzzi e a suo figlio Gianluigi Cezza, e a Fabrizio Romano Camilli. Il giudice ha anche ordinato la disattivazione delle linee telefoniche e internet delle abitazioni degli arrestati e le rispettive utenze mobili. I provvedimenti restrittivi, perquisizioni e sequestri per decine di milioni di euro sono in corso a Bari, Roma, Bologna, Lecce, Maglie. La misura cautelare è a firma del gip Alessandra Susca, emessa su richiesta dei pm Francesco Bretone, Bruna Manganelli, Luciana Silvestris e dal procuratore aggiunto Roberto Rossi.
Le accuse
Nell’inchiesta sul crac di Ferrovie Sud Est, coordinata da un pool di pm della Procura di Bari, sono indagate in totale 29 persone, fra imprenditori, dirigenti e progettisti di Fse. Stando alle indagini della magistratura barese Fiorillo, in concorso con consulenti e funzionari della società e imprenditori, avrebbe dissipato o distratto fondi per centinaia di milioni di euro nell’arco di circa 10 anni falsificando bilanci e esternalizzando servizi senza fare gare d’appalto. La guardia di Finanza ha eseguito sequestri preventivi fino al valore di circa 90 milioni di euro nei confronti di 15 indagati nell’inchiesta della Procura di Bari.
La relazione
I fatti contestati si riferiscono agli anni 2001-2015. Nei confronti del responsabile tecnico di Fse Nicola Alfonso, attualmente in pensione, il gip ha applicato la misura del divieto temporaneo di esercitare l’attività di consulenza per la gestione della logistica aziendale. L’indagine è partita nel marzo 2016 sulla base di una relazione del commissario straordinario di Fse, Andrea Viero, poi integrata da numerosi successivi esposti alla Procura. Nella relazione si individuavano già le cause del dissesto, «una lunga serie di atti e decisioni - spiega il gip - che hanno progressivamente depauperato il patrimonio della società e compromesso gravemente il suo equilibrio economico-finanziario».
Appalti e consulenze d’oro
Dalle indagini è emerso un radicato sistema di affidamenti ad personam di incarichi professionali e di appalti milionari per servizi, lavori e forniture, cui è conseguita una esposizione debitoria di circa 300 milioni di euro. I provvedimenti restrittivi, le perquisizioni ed i sequestri sono in corso in Bari, Roma, Bologna, Lecce, Maglie.
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.