
Il gruppo Progressista manduriano tenta l’unità perduta e cerca di recuperare all’errore di aver presentato troppo in anticipo un proprio candidato sindaco (Domenico Sammarco) che a quanto pare sono in pochi a volerlo. Dopo la rottura con il movimento “Città più” di Gregorio Pecoraro e Andrea Mariggiò, la regia dei progressisti affidata nelle mani di Tullio Mancino e Gianni Vico, cerca di riparare al danno parlando di coalizione. E lo fa con un comunicato dai contenuti distensivi indirizzati a chi non ha risposto alla chiamata. (All’appello manca “Città più”, ma anche il “Movimento democratico per Manduria” di Mauro Baldari e tutti i dissidenti del Pd come Mario D’Oria, Andrea Casto, Amleto Della Rocca, e il “gruppone” di Gregorio Capogrosso ed altri ancora).
«C’è la possibilità di ricostruire, a Manduria, un fronte unito dei progressisti?», si chiede il fronte progressista. Che si domanda ancora. «Una casa comune in cui possano ritrovarsi tutti coloro che credono nella buona politica, nella dignità delle istituzioni democratiche, nel valore positivo e produttivo del dialogo, del confronto, dell’inclusione?». E insiste a chiedersi. «Una casa comune per tutti coloro che rifiutano la violenza verbale come modo di procurarsi il consenso, che considerano la diversità una ricchezza, che ritengono la buona amministrazione come il frutto di una partecipazione, la più ampia possibile?».
Per dare risposte a queste domande i progressisti hanno «richiamato intorno ad un tavolo movimenti civici e forze politiche organizzate, animati tutti da una comune visione: una città sostenibile e solidale, in cui sia possibile ricreare un rapporto virtuoso con l’ambiente e di comunità tra le persone. Confrontando obiettivi e metodi – prosegue la nota - questi gruppi stanno costruendo un progetto di buona amministrazione da sottoporre al giudizio dei cittadini nella prossima competizione elettorale, mettendo a frutto l’esperienza di alcuni, le competenze di altri, l’entusiasmo di tutti». Che non basta, però, se è vero che «in ciascuno, però, è viva la convinzione – fanno sapere i progressisti - che quel tavolo vada allargato a tutti coloro che quegli obiettivi e metodi condividono e che, come noi, vogliano dare una nuova dimensione alla propria appartenenza al fronte del centrosinistra». Senza candidati impacchettati questa volta? Di questo non si parla nel documento che chiude con un discorso che potrebbe essere indirizzato a chi si ostina a restare fuori e, rifiutando “il pacco”, minaccia di andare avanti da solo. «Non c’è più tempo per i personalismi, come per i sogni di autosufficienza o per rivalità e ripicche, ma al contrario è indispensabile uno sforzo di buona volontà e di generosità da parte di tutti».
Il comunicato è firmato da “Scelta Comune” (Tullio Mancino), Federazione dei Verdi (Cecilia De Bartholomaeis), Manduria Migliore (Girolamo Vergine e Domenico Sammarco), Federcivica (ancora Domenico Sammarco), La Città Che Vogliamo (Nicola Becci), Articolo Uno (Maria Calò), Partito Democratico (Maria Grazia Cascarano).
N.Din.
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.
3 commenti
leonardo ricotta askanti
mer 18 dicembre 2019 09:20 rispondi a leonardo ricotta askantiper la serie, dove più galli cantano non fa mai giorni
Antonio
mar 17 dicembre 2019 07:17 rispondi a AntonioStiamo bene attenti alla minestra riscaldata che ci vorranno proporre i factotum di Manduria che implora gente nuova e programmi fattibili.
lorenzo il Magnifico
mar 17 dicembre 2019 10:23 rispondi a lorenzo il MagnificoÉ come se i Messapi si fossero divisi per combattere i loro nemici. Purtroppo la mentalità che prevale é quella moderna. Questo prima delle elezioni, dopo una volta al potere, ritorna il medioevo.