Non ottenendo attraverso i normali canali le giustifiche per il rimborso delle spese sostenute dai tre commissari straordinari di Manduria, la deputata del Movimento 5 Stelle, Anna Macina, ha deciso di passare alle maniere forti interrogando formalmente il ministro dell’Interno, Matteo Salvini e a quello per la Pubblica Funzione, Giulia Buongiorno. Obbiettivo dell’interpellanza ai ministri è di «regolamentare le modalità di rimborso di tutte le spese di soggiorno sostenute dai commissari e sub-commissari delle Commissioni per la gestione straordinaria dei Comuni sciolti per mafia».
Ad annunciare l’atto è la stessa parlamentare di Erchie che nel corso di questi mesi ha intrapreso una battaglia per la trasparenza nella pubblica amministrazione del Comune di Manduria sciolto per mafia e amministrato da una commissione composta dal prefetto in pensione di origini calabresi, Raffaele Saladino, dal vice prefetto romano, Luigi Scipione e dal funzionario della Prefettura di Lecce, Luigi Cagnazzo. La onorevole pentastellata, ha chiesto pervicacemente ma vanamente la rendicontazione del rimborso spese spettante ai tre incaricati di Stato durante la loro permanenza nella città Messapica.
«La legge – spiega la parlamentare - prevede che gli oneri delle commissioni straordinarie siano posti a carico dello Stato, che provvede a rimborsare gli enti locali che ne fanno richiesta. Le istanze di rimborso inoltrate al Ministero dell’Interno, però – specifica Macina - non sono obbligatoriamente accompagnate da alcun documento giustificativo che resta all’amministrazione comunale». In sostanza il comune che anticipa il denaro richiede la restituzione della stessa somma al Ministero che paga senza nessuna verifica. Un atto di fiducia, insomma, che presuppone una estrema correttezza nei conti da parte degli uffici che ne fanno richiesta.
La deputata grillina ha voluto andare in fondo studiando i capitoli di bilancio riservati a questa fetta di spese. Scoprendo che per il solo 2018 lo Stato ha pagato un milione e cinquantamila euro per le spese di vitto, alloggio e trasporto di cinquantadue commissioni straordinarie sparse per il Paese. «Il tutto – fa rilevare Macina - senza visionare le relative ricevute. Una procedura non trasparente – sostiene la deputata -, creata da un vuoto normativo che dobbiamo colmare obbligando gli Enti a inoltrare al Ministero, contestualmente alla richiesta di rimborso, anche i relativi giustificativi di spesa. Un intervento legislativo indispensabile – insiste - per vigilare sul corretto utilizzo delle risorse pubbliche». Un impegno che l’esponente grillina ha intenzione di portare a termine forte anche del suo ruolo all’interno del Parlamento che la vede come capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Costituzionali.
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