Martedì, 15 Luglio 2025

Politica

La notizia della presenza di un consigliere comunale di maggioranza in atti investigativi così scottanti, è diventata di pubblico dominio grazie al leader del Movimento Manduria Noscia, Mimmo Breccia

L’ombra dell’antimafia oscura i pentastellati che governano la città di Manduria

Luigi Cascarano Luigi Cascarano | © La Voce di Manduria

È Luigi Cascarano il consigliere comunale eletto nella lista del Movimento 5 Stelle di Manduria il cui nome compare nell’inchiesta dell’antimafia di Lecce denominata «Impresa» che ha poi decretato lo scioglimento per mafia del comune. Da alcune intercettazioni, Cascarano, che non è mai stato indagato poiché all’epoca non ricopriva nessuna carica politica né era in lista, avrebbe «intrattenuto incontri con Antonio Campeggio», ritenuto a capo della cosca mafiosa manduriana. Durante la campagna elettorale, scrivono gli investigatori nelle carte finite poi alla commissione d’accesso antimafia, Cascarano inviava un messaggio ad un affiliato dello stesso clan «palesando l’esigenza di supporto elettorale».
La notizia della presenza di un consigliere comunale di maggioranza in atti investigativi così scottanti, è diventata di pubblico dominio grazie al leader del Movimento Manduria Noscia, Mimmo Breccia, prima con una lettera riservata al sindaco Gregorio Pecoraro e al presidente del Consiglio, Gregorio Dinoi e poi, non ricevendo nessuna risposta, agli organi di stampa, mantenendo, però, oscurato, il nome dell’esponente politico coinvolto.
Lo facciamo noi grazie a documenti in nostro possesso resi pubblici nelle aule di Tribunali. Secondo gli investigatori di allora, il consigliere Cascarano chiedeva voti per la sorella Maria Grazia candidata sindaco per il il Partito democratico. Per questo malinteso, a sua sorella (che non fu eletta sindaco ma entrò nell’assise come consigliera), il Ministero dell’Interno propose l’incandidabilità assieme agli altri ex amministratori della maggioranza del sindaco Massafra.
Grazie alla difesa affidata all’avvocato Teo De Cillis di Manduria, Maria Grazia Cascarano sostenne in sede di Camera di Consiglio davanti al giudice del tribunale civile, Italo Federici, che l’interesse elettorale del fratello non era nei suoi confronti ma per il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle. Grazie alle indagini difensive, l’avvocato De Cillis dimostrò la militanza di Luigi Cascarano nel movimento pentastellato, convinto attivista del Meetup del movimento e «sostenitore del programma elettorale in favore dell’allora candidato sindaco dei pentastellati, Sandro Zacchino».
Per rafforzare la sua tesi, l’avvocato di Maria Grazia Cascarano chiese l’audizione come testimoni di altri esponenti del M5S nelle persone di Vito Perrucci, attuale capogruppo consigliare del movimento e Gregorio Greco, candidato non eletto nelle ultime consultazioni amministrative.
Breccia, consapevole della gravità politica della questione sollevata, insiste e chiede che di questo si discuta in consiglio comunale motivo per cui ha già presentato una mozione. Precedentemente aveva chiesto che si convocasse una riunione dei capigruppo con la presenza del sindaco e del consigliere Cascarano. Proposta che non pare sia piaciuta al presidente del Consiglio che sinora l’ha ignorata.
Difficile, invece, dimenticare che per i grillini si tratta di un secondo incidente che si abbatte su uno dei suoi consiglieri eletti. Il primo caso è stato quello di Pasquale Pesare, allontanato dal gruppo perché in un’altra inchiesta dell’antimafia (Cupola) figura come vittima di estorsione. Coinvolgimento sicuramente meno grave di quello che, si è saputo, ha riguardato l’altro consigliere eletto, Cascarano, convintamente difeso, invece, dal resto del gruppo. Due pesi e due misure, insomma, comportamento che non è sfuggito al movimento civico Azione Messapica che sulla propria pagina Facebook fanno questa analisi: «Pesare (160 voti) risulta, da atti ufficiali, come vessato dalla malavita e (dopo lunghi ragionamenti non pubblici ma senza alcun comunicato ufficiale che spieghi, nei dettagli, i motivi della loro scelta) viene allontanato anche fisicamente dai 5 stelle, e sembra quasi discriminato e schifato dai suoi ex compagni anche in Aula Consiliare.?Cascarano (65 voti), da quanto risulta in alcuni atti ufficiali dell'inchiesta del 2013, al tempo "intratteneva incontri con ---- e durante la campagna elettorale inviava un messaggio al */// (uomo del boss ---*-), palesando l'esigenza di supporto elettorale". Questo consigliere viene difeso a spada tratta e pubblicamente dai M5s anche se le motivazioni della difesa sarebbero state validissime anche per il primo».
Nazareno Dinoi

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1 commento

  • Ale
    ven 23 aprile 2021 02:53 rispondi a Ale

    Gia' avendo chiesto voti a questa gente , e' un fatto grave , chiedo possiamo fidarci adesso,

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