«E’ stato umiliante ospitare una delle migliori bande della Puglia che si esibisce in circa 150 concerti all’anno in tutto il Mezzogiorno d’Italia, su un palco per sfilate di moda, privandola del suo naturale tempio della cassa armonica». E’ furioso Pierfrancesco Galati, storico della musica e autore del libro «Bande di Puglia: il Gran Concerto bandistico Città di Conversano», tra gli spettatori ieri del “sacrificato” concerto della banda a cui ha dedicato la sua opera letteraria e di ricerca storica. Una esibizione eccellente che lo sarebbe stata ancora di più se le melodie si fossero sentite e se la musica, privata della risonanza della cassa armonica, appunto, non fosse stata rovinata e coperta da quella assordante delle luci a tempo di musica rock delle luminarie sul corso e dal baccano naturale della folla intorno.
«Il ruolo appunto della cassa armonica – spiega Galati - oltre ad essere un teatro all'aperto, è anche quello di contenere i suoni e di propagarli. Ieri sera il suono si perdeva, era difficile ascoltare la buona musica proposta (1812 di Cajkovskij, Rigoletto di G. Verdi e una fantasia italiana che racchiudeva le migliori canzoni italiane, scritta da Mario Ciervo), sia per noi del pubblico, ma anche per la direttrice Susanna Pescetti impegnata sul palco nemmeno da concerto, ma quasi da sfilata. La mia delusione – aggiunge ancora l’esperto - è per quello che si è speso per avere una galleria a ritmo musicale, quella sul corso XX settembre, quando si poteva spendere per mettere una cassa armonica».
Deluso più che mai, lo storico della musica ricorda tempi migliori per la musica bandistica a Manduria. «E pensare – dice - che negli anni passati la piazza Garibaldi di Manduria era una piazza di veri duelli fra concerti bandistici; memorabile fu lo scontro fra Francavilla Fontana diretta da Ligonzo nel 1989 e la banda di Manduria sotto la bacchetta di Vincenzo Cammarano. Un vero peccato non ripetere certe esperienze», conclude Galati.
Ecco un’altra descrizione tecnica di come funziona una cassa armonica per concerti e bande.
«La particolare conformazione strutturale risponde, infatti, a requisiti prima acustici e poi estetici, avendo l’esigenza primaria di amplificare le onde sonore orchestrate. Peraltro anche il pavimento di tavolato di legno per l’orchestra, posto sopra un’intercapedine vuota, aiuta e far risuonare meglio la musica (la vera e propria cassa armonica). La cassa armonica può essere considerata come un vero e proprio strumento musicale, progettato in modo da amplificare e armonizzare i suoni prodotti dai musicisti al suo interno. E’ un po’ come la cassa di una chitarra, che non a caso è anch’essa detta cassa armonica o di risonanza». (Le casse armoniche, gioielli delle nostre ville comunali)
F.D.
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1 commento
fabio pennacchiotti
mar 4 settembre 2018 10:29 rispondi a fabio pennacchiottiin perfetta sintonia con la critica sopradescritta. e' una umiliazione per la cultura musicale "bandistica" patrimonio storico e socioculturale di cui potersi vantare. Veramente bravi i maestri della Banda della Citta' di . Conversano privati del loro "teatro" naturale cosi' come sono stati privati i cittadini dall'ascoltare le perfette armonie eseguite.