«Essere “sbattuto” in prima pagina alla stregua di un “mostro”, per chi come me è sempre stato un professionista dalla condotta ineccepibile, come peraltro è emerso dalle numerose testimonianze di ex allievi, attualmente professionisti di riconosciuta competenza nazionale e, persino, europea, è stato fonte di profondo dolore». A parlare, dopo essere stato prosciolto dall’accusa di aver intascato la pensione di invalidità per cecità assoluta, è il manduriano di 80 anni, V.B. che dopo tre settimane dall’archiviazione del gip ha deciso di dire la sua su quanto gli è accaduto. «La mia notoria condizione di handicap visivo – scrive in una lettera - risalente – per l’occhio sinistro – al 10 settembre 1974 e – per l’occhio destro – al 12 maggio 1996, fu riconosciuta da due diverse commissioni, con diagnosi coincidenti di “cecità assoluta” a norma e per effetto della Legge n. 382/1970 e della Legge n. 138/2001».
Indagato dalla Guardia di Finanza e finito sotto i riflettori dei media e dei social, il pensionato manduriano che promette querele a tutti, se la prende con i social e con gli organi d’informazione. «Mi hanno indignato i commenti di taluni che, con l’arduo coraggio che assumono attraverso i nuovi mezzi di comunicazione tecnologica – scrive - si sono sbizzarriti in commenti diffamatori riguardo la mia persona riversando giudizi, odio e livore senza riflettere su una cosa fondamentale: darei tutto quello che possiedo per riavere la vista. Non mi voglio addentrare nelle modalità di riscontro della notizia che mi ha visto indagato nell’ultimo anno, nonché in quella relativa alla decisione del Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Taranto di archiviare il caso». L’ottantenne prosegue nella lettera con una citazione. «Lucio Anneo Seneca ebbe a dire che: “Est aliquis et dolendi decor, hic sapienti servandus est: Anche nel dolore v'è un certo decoro, e lo deve serbare chi è saggio”».
Infine con la soddisfazione di aver raggiunto il risultato sperato. «La risposta migliore risiede proprio in questa archiviazione che mi ha restituito la dignità che mi è stata strappata violentemente una mattina dell’agosto 2019. Dignità: una parola sconosciuta a molti; sia per coloro che l’hanno persa - e quindi dimenticata - e sia per coloro che non l’hanno mai avuta».
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3 commenti
savino
ven 26 giugno 2020 10:16 rispondi a savinoadesso che vuole il risarcimento danni ?...
Sere
ven 26 giugno 2020 01:41 rispondi a SereNon conosco questo signore ma è giusto che abbia un riconoscimento economico....o almeno le scuse di chi lo ha umiliato.... forse in fondo si è abituati nella nostra cultura di accusare ancor prima che la legge lo faccia.... abbiate l'umiltà di dire che avete sbagliato e di chiedere scusa.
Carlo De Marzo
ven 26 giugno 2020 01:29 rispondi a Carlo De Marzo--- Se vi sono i presupposti perché non dovrebbe chiederli? ------------ Un commento su facebook si fa solo leggendo le notizie, però se vi sono delle diffamazione e non dei commenti il problema è un altro.