Il primo «orfanello» lascia il carcere per passare ai domiciliari. Si tratta di Vincenzo Mazza, il diciannovenne arrestato il 26 giugno scorso con altri 10 minorenni di Manduria quattro dei quali già detenuti per lo stesso reato. Il tribunale del riesame, presidente Filippo Di Todaro, ha concesso l’affidamento alla famiglia così come avevano chiesto i due avvocati difensori, Armando Pasanisi e Massimiliano Mero. Domiciliari anche per gli altri maggiorenni accusati di far parte della stessa banda che in più occasioni avrebbe aggredito il pensionato manduriano, Antonio Cosimo Stano, morto per cause che secondo il medico legale della Procura sarebbero riconducibili allo stato di terrore a cui lo aveva ridotto il branco. Antonio Spadavecchia di 23 anni e Gregorio Lamusta di 19, a differenza di Mazza, resteranno in carcere per effetto del mandato d’arresto emesso nel primo blitz del 30 aprile scorso. A difendere questi ultimi indagati sono gli avvocati Lorenzo Bullo e Gaetano Vitale per il primo e Armando Pasanisi con Franz Pesare il secondo.
Tutti e tre devono rispondere di vari reati tra cui quello più grave della tortura aggravata dalla sopraggiunta morte della vittima. Reato questo che prevede pene sino a trenta anni di reclusione. Con questa decisione si scardina il muro di intransigenza innalzato sinora dalle due procure joniche, quella ordinaria e dei minori che hanno voluto sin dall’inizio imprimere un senso di rigore all’intera vicenda confermato dai giudizi che erano stati espressi sinora. Severità avvalorata anche dalla Corte di Cassazione che tre giorni fa si è espressa respingendo i ricorsi degli avvocati che chiedevano la revoca della precedente sentenza del Riesame che confermava la misura detentiva dei primi sei minorenni arrestati. Lunedì prossimo nuovo appuntamento con i giudici di revisione che dovranno esprimersi sulle richieste di scarcerazione degli ultimi arresti del 26 giugno. Non si esclude a questo punto che anche in questo riesame i giudici possano esprimere un parere favorevole.Tutti gli indagati minori, dieci in tutto, sono chiamati a presentarsi all’udienza del 20 settembre prossimo quando si aprirà il procedimento di giudizio immediato chiesto dalla pubblica accusa. Questa data potrebbe saltare se, come si prevede, il collego difensivo degli indagati deciderà di presentare richiesta di abbreviato condizionato all’acquisizione di una perizia medico legale a cui stanno già lavorando due specialisti di parte.
N.D.
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1 commento
C.F.
sab 13 luglio 2019 07:58 rispondi a C.F.Vergogna! Non avevo dubbi che avrebbe funzionato il solito collaudato sistema che tiene un'intera cittadina sotto scacco della criminalità.