C’è nuovo fermento negli ambienti di chi conduce le indagini sulla morte del pensionato manduriano Antonio Cosimo Stano e sulle violenze da questo subite per opera di un gruppo di bulli (18 indagati sinora di cui solo due maggiorenni, 8 in carcere).
Continuano infatti gli interrogatori di persone informate sui fatti nell’inchiesta sugli «orfanelli». La Procura per i minorenni ha convocato altri quattro giovani di età compresa tra i sedici e diciassette anni, tutti di Manduria, che saranno ascoltati tra oggi e domani dagli investigatori della polizia giudiziaria presso la procura per i minorenni di Taranto.
I quattro convocati, non essendo al momento indagati, sono stati invitati a presentarsi con i rispettivi genitori ma senza avvocati difensori al seguito. A quanto pare nessuno di loro avrebbe preso parte attiva alle aggressioni documentate dai video diffusi attraverso i social. La speranza di chi conduce le indagini è che il loro racconto possa confermare i sospetti che pesano sugli indagati o aprire nuovi scenari investigativi.
Queste ultime convocazioni sono il segno tangibile delle attività che non si sono mai fermate da quale 6 aprile quando il disabile fu ricoverato per le sue precarie condizioni di salute. Da allora le due procure tarantine, la ordinaria per i maggiorenni e quella dei minori per i più piccoli, hanno raccolto decine di testimonianze, interrogato indagati, collezionato indizi e recuperato una decina di video e chat contenuti nei telefonini sequestrati ai componenti della banda e ad altri soggetti che non figurano tra gli indagati ma che hanno fatto parte delle chat dove circolavano i video sulle aggressioni diventati elementi di prova schiacciante a carico soprattutto di otto «orfanelli» (così si facevano chiamare nelle chat), arrestati e ancora in carcere. Il collegio difensivo composto dagli avvocati Antonio Liagi, Davide Parlatano, Cosimo Micera, Lorenzo Bullo e Pier Giovanni Lupo per i minorenni e Franz Pesare, Armando Pasanisi, Gaetano Vitale e Lorenzo Bullo per i due maggiorenni, spera di ottenere la scarcerazione con il ricorso per Cassazione che ha già fissato l’udienza per il prossimo 8 luglio.
Nazareno Dinoi
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