È finito con una condanna per violenza sessuale su una studentessa minorenne, frequentante il liceo classico di Manduria, il processo a carico di un professore di lettere di 57 anni che nel 2015 era stato denunciato da una sua alunna che lo accusava di molestie e atteggiamenti morbosi ad inequivocabile sfondo sessuale.Ieri il Tribunale di Taranto dove si è svolto il lungo processo, ha emesso una condanna a cinque anni di reclusione e al pagamento di una provvisionale pari a diecimila euro a favore della ragazza. Il professionista era difeso dall’avvocato Egidio Albanese mentre l’ex studentessa dal penalista Franz Pesare.
L’imputato, secondo il racconto della ragazza ritenuto credibile dai giudici del primo grado, avrebbe abusato della propria autorità di insegnante per approcciare atti di sicura natura sessuale nei confronti della studentessa. I fatti si sarebbero svolti all’interno dell’istituto scolastico De Santis di Manduria durante una pausa. Secondo la denuncia della sedicenne, il suo professore le avrebbe accarezzato ripetutamente le spalle, le braccia e i seni. Inoltre, con violenza, ha raccontato la liceale, il suo prof di lettere l’avrebbe stretta alle spalle premendole il corpo contro il suo bassoventre.
Sconvolta per l’accaduto, una volta a casa la ragazza confidò tutto ai genitori che si attivarono subito per denunciare il presunto molestatore. Dopo avere informato le autorità scolastiche, i familiari della studentessa, evidentemente non soddisfatti dalle rassicurazioni avute, si presentarono con l’avvocato Pesare al commissariato di polizia di Manduria presentando una dettagliata querela nei confronti del professore allora cinquantunenne. Le indagini condotte dagli agenti della polizia raccolsero elementi tali da convincere il giudice Martino Rosati a rinviare a giudizio il sospettato così come richiesto dal pubblico ministero Carbone.
Oltre alla pena detentiva e risarcitoria, il professore è stato interdetto per sempre dai pubblici uffici e da qualsiasi incarico nelle scuole di ogni ordine e grado e da uffici e da strutture pubbliche o private frequentate prevalentemente da minori; per un anno, inoltre, non potrà avvicinarsi a luoghi frequentati da minorenni e dovrà comunicare agli organi di polizia ogni spostamento al di fuori del proprio comune di residenza. La sentenza esemplare è stata emanata dalla giudice Patrizia Todisco mentre la pubblica accusa era rappresentata dal pubblico ministero e procuratore aggiunto, Maurizio Carbone. Imbarazzo e silenzi, intanto, dagli ambienti scolastici dove si sarebbero svolti i fatti.
Nazareno Dinoi
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1 commento
Alfredo
gio 18 aprile 2019 12:41 rispondi a AlfredoMi sembra esagerata la condanna a 5 anni per qualche carezza , raccontata dalla ragazza .