L’ex sindaco di Manduria, Gregorio Pecoraro, rischia il processo perché coinvolto nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Taranto che mette sotto accusa i vertici dell’ordine dei commercialisti di cui Pecoraro è stato segretario fino al 17 marzo del 2017. L’inchiesta è quella che ha riguardato un presunto caso di mobbing nei confronti di una dipendente dell’Ordine sottoposta, secondo l’accusa, «a reiterati atti di violenza psicologica per la convergenza di motivi di natura personale e professionale». La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per Pecoraro, per il presidente dell’Ordine dei commercialisti, Cosimo Damiano Latorre, per altri quattro dirigenti dello stesso organismo, per una tirocinante e due impiegate. I reati contestati sono concorso in maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Un ex tesoriere risponde anche di molestie sessuali.
Una strategia «condivisa - secondo il pm Lopalco -, con umiliazioni pubbliche, scimmiottamenti alle spalle, procedimenti disciplinari e persino un demansionamento». Al manduriano Pecoraro che è difeso dall’avvocato Raffaele Errico, viene attribuito di aver portato avanti, su istigazione del presidente Latorre, una tale situazione di «demansionamento e inattività privando la donna «di qualsivoglia - si legge testualmente nel capo di imputazione – rapporto con l’esterno (diversamente dai compiti del mansionario) affidando i suoi lavori
ad altre impiegate». Non solo. Per la procura alla dona venivano affidati solo «compiti svilenti», attività «meramente materiali come le fotocopie e la sistemazione dei documenti della Tesoreria».
Sarà il giudice Giuseppe Tommasino, il 3 maggio prossimo, a celebrare la fase preliminare e a valutare se vi sono gli elementi per mandare alla sbarra l’ex sindaco con gli altri coimputati.
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1 commento
andrea rossi
dom 13 gennaio 2019 03:35 rispondi a andrea rossiPensavo che fosse un Architetto-idraulico-sacerdore per aver voluto la così detta Piazza Religioni dei Tubi. Ora azzerata ma in attesa di una prossima dignità.