L'ultima udienza preliminare
Penultima udienza per Pecoraro indagato per mobbing, il 6 aprile a processo o proscioglimento
L'accusa: "atti di violenza psicologica" che avrebbero causato un disturbo ansioso-depressivo

Si è tenuta lo scorso 26 febbraio, ma la notizia è filtrata solo ora, la penultima udienza della camera di consiglio che vede tra gli indagati il sindaco di Manduria Gregorio Pecoraro. Il primo cittadino, insieme ad altri, è accusato di mobbing ai danni di una impiegata dell’Ordine dei commercialisti di cui Pecoraro, all’epoca dei fatti, era segretario.
Le accuse per presidente, segretario, tesoriere e tre dipendenti dell’Ordine sono di maltrattamenti e lesioni. Un commercialista, ex tesoriere dell'Ordine, è accusato anche di violenza sessuale e molestie. Per circa tre anni e mezzo, secondo la pm Rosalba Lopalco, fra il 2013 e il 2016, una dipendente amministrativa di 45 anni avrebbe subìto "atti di violenza psicologica" che le avrebbero causato un disturbo ansioso-depressivo.
Una strategia «condivisa - secondo l’accusa -, con umiliazioni pubbliche, scimmiottamenti alle spalle, procedimenti disciplinari e persino un demansionamento». Al manduriano Pecoraro che è difeso dall’avvocato Raffaele Errico, viene attribuito di aver portato avanti, su istigazione del presidente Latorre, una tale situazione di «demansionamento e inattività privando la donna «di qualsivoglia - si legge testualmente nel capo di imputazione – rapporto con l’esterno (diversamente dai compiti del mansionario) affidando i suoi lavori ad altre impiegate». Non solo. Per la procura, alla dona venivano affidati solo «compiti svilenti», attività «meramente materiali come le fotocopie e la sistemazione dei documenti della Tesoreria».
L'inchiesta nasce dalla denuncia della donna, assistita dall'avvocato Massimo Saracino. Il prossimo 6 aprile è fissata la camera di consiglio al termine della quale il giudice delle udienze preliminari, Francesco Maccagnano, deciderà se prosciogliere gli indagati o mandarli a processo così come ha chiesto la pubblica accusa.
Nazareno Dinoi
In attesa del 6 aprile,,,,, Sarà la volta BUONA?????? Rispondi a Nico
Mamma.mamma so tuesti li pasuli. Rispondi a Fabio Fistetto
Grazie per l’aggiornamento. E’ vergognoso - non ci sono altre parole - che un processo così importante sia tenuto sotto silenzio. In un Paese civile, Pecoraro sarebbe tenuto a fare una dichiarazione, o dimettersi. In un Paese civile, staremmo chiedendo chiarimenti. E invece no; quando si parla di donne, in particolare, tutto tace. E’ una storia schifosa. Sta al giudice stabilire eventuali colpe, ma il solo fatto che nessuno senta il dovere di smentire a gran voce è davvero terribile. Chi ricorda gli anni Novanta ricorda i metodi di Pecoraro (fare il forte con persone deboli in cima alla lista). Se questa storia si rivelasse vera, nessuno con buona memoria ne sarebbe stupito. Rispondi a J B