
“Tutte le lettere che non hai mai ricevuto e che non hai mai avuto il coraggio o occasione di scrivere”
Cosa vuoi diventare da grande? Quando ti sposerai? Il tempo scorre, quando farai un figlio? La giovane scrittrice e poetessa Maria Elena Tripaldi li chiama chili di aspettative, quei ruoli che sono imposti dalla società, quei rigidi archetipi che le donne - e chi sente di essere femmina - devono indossare. Sono tante le curve spigolose dell’esistenza femmina che Maria Elena scopre, e lo fa attraverso dieci podcast epistolari – ascoltabili su tutte le piattaforme audio, gratuite e a pagamento, come Spotify, Spreaker o Google Podcast - mettendo a nudo i pregiudizi, le cose non dette, i pensieri nascosti sotto il tappeto. Si chiama Lettera Femmina questo progetto di podcasting della Tripaldi, salentina d’origine e bolognese di adozione, prodotto dal musicologo e musicista Michele Eretico Lamacchia che è un po’ audiolibro motivazionale e un po’cantastorie dal retrogusto medievale tanto quanto la subordinazione di genere.
Dieci podcast come lettere, scritte per scongiurare luoghi comuni sulle donne e scuotere gli animi più virili e beceri. Tra flussi psicoanalitici e testimonianze dirette, Maria Elena dà voce a paure, frustrazioni, ferite e incomprensioni nel rapporto uomo – donna e quello riflessivo in cui l’ascoltatore si scopre esistente proprio attraverso le tante storie narrate di donne comuni. Donne che ogni giorno lottano contro il più grande male, la sordità del cuore dell’essere umano. La scelta del formato audio diventa, quindi, la formula incalzante che si scontra con il primo fattore che innesca la subalternità tra i sessi, la mancanza di ascolto.
Alla domanda che cosa significa essere femmina, la poetessa risponde narrando con tutto, ma anche niente, in nome di quella libertà di non essere, della scelta di non scegliere e decidere di essere moltissime cose diverse, oppure, semplicemente a. La comunicazione che genera rispetto e libertà è, infatti, uno dei temi che affronta Maria Elena, in particolare, nel podcast numero nove. Saper dire di no, accettare di non essere perfetti, di sbagliare, di sognare o di non avere aspettative. Di farsi bastare, proprio come un'isola.
Di seguito il podcast “Cara isola, di solitudine e libertà”, di Maria Elena Tripaldi https://open.spotify.com/episode/7BxtWYPZzZuZu8bUuPwR4S
La scrittrice e attivista del movimento femminista sarà ospite della XII edizione della festa de La Voce di Manduria, dal titolo “Tu nell’universo, sulla violenza di genere”, domenica 22 agosto alle ore 21. ?Durante l’intervento, si discuterà del delicato tema della “violenza sommersa”, introducendo il contributo video realizzato dalla videomaker Cecilia Guerra Brugnoli, dove le immagini scelte dalla regista accompagneranno la traccia della puntata del podcast curato e ideato dalla Tripaldi, prodotto da Michele Eretico Lamacchia “Cari violenti, che non sapete cos’è la violenza”.
Marzia Baldari
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