
Ci sono quattro indagati per la morte di Daniela Mancino, la trentanovenne manduriana giunta all’ospedale di Manduria nella notte dell’11 agosto e deceduta la mattina del 12 appena arrivata al Santissima Annunziata di Taranto dove era stata trasferita perché in gravissime condizioni. Il pubblico ministero della Procura della Repubblica di Taranto, Daniele Putignano, che ha aperto il fascicolo per omicidio colposo, ha fatto notificare ieri l’avviso di accertamento tecnico non ripetibile a quattro medici del Giannuzzi, due del pronto soccorso, un’anestesista e un cardiologo che rispondono di omicidio colposo. Questa mattina il medico legale Alessandro Dell’Erba, consulente del pubblico ministero, ritirerà l’incarico per l’autopsia che potrebbe essere fatta nel pomeriggio.
L’inchiesta è partita dopo la denuncia presentata dai familiari della donna che hanno chiesto che si eseguisse l’autopsia per ricercare le cause della morte improvvisa ed eventuali responsabilità di chi l’ha avuta in cura in quelle ore.
La trentanovenne che a quanto pare non assumeva farmaci e non soffriva di nessuna malattia, nella notte si era rivolta ai sanitari lamentando stanchezza e un forte mal di testa. Dopo alcune ore le sue condizioni si sarebbero complicate tanto da essere intubata e disposto il trasferimento all’ospedale tarantino dove è giunta in fin di vita. Tra gli esami eseguiti all’ospedale di Manduria, c’era anche quello del liquor midollare che avrebbe rilevato una meningite fulminante. Questa diagnosi aveva fatto desistere i sanitari dall’eseguire l’esame autoptico consegnando la salma ai parenti che, contrariamente ai medici, hanno voluto approfondire le ricerche. Si sono così rivolti al proprio avvocato di fiducia che ha depositato la denuncia alla Procura della Repubblica.
L’avviso di garanzia che ha raggiunto i quattro sanitari è da considerare al momento come un atto dovuto per consentire loro di indicare un proprio consulente di parte che potrà prendere parte all’esame. L’avvocato Franz Pesare che difende uno dei medici coinvolti ha già affidato incarico al medico legale Massimo Brunetti.
La trentanovenne che dopo la separazione dal marito viveva con la figlia dodicenne, lavorava nell’assistenza agli anziani ed era molto conosciuta in Città. Si sono costituite parti offese attraverso l’avvocato Mauro Resta, i genitori con il fratello e l’ex marito quale esercente la responsabilità genitoriale della figlia minore che si è fatto rappresentare dall'avvocatessa Sara Piccione.
Da Quotidiano di Taranto
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2 commenti
Elisa erminio
mar 25 agosto 2020 06:14 rispondi a Elisa erminioNessun sanitario ha desistito.I sanitari hanno chiesto il riscontro diagnostico.Prego rettificare
Franco de luca
dom 23 agosto 2020 05:45 rispondi a Franco de lucaOra tutti uniti ai piedi del dio denaro. Ex marito, familiari che forse un tempo si odiavano. Il denaro non potrà restituire Daniela alla figlia,l unica vera vittima insieme a Daniela stessa di questa assurdità.