
C’è chi resiste, provando a sfidare la paura e la psicosi della gente, ma la maggior parte ha preferito tenere abbassata la saracinesca. Sono i commercianti cinesi che, probabilmente dal loro arrivo in questo versante della provincia, non hanno mai attraversato un periodo più nero di questo.
Il mese di febbraio infatti, è stata caratterizzato da un vertiginoso calo di vendite legato prima alla paura e poi, alla notizia del primo contagio in zona. Così, a pagarne le spese sono stati proprio loro che, soprattutto durante questa settimana, hanno dovuto fare i conti con incassi ridotti all’osso.
A Torricella dove, come è noto, è stato riscontrato il primo caso pugliese, da un paio di giorni è comparso un cartello sulla serranda dell’unica attività commerciale cinese. "Si avvisa la gentile clientela che per l’attuale situazione, abbiamo deciso di sospendere l’attività dal giorno 27.02.2020 al 15.03.2020. Si ringrazia in anticipo per la comprensione".
Ma allargando la visuale anche sugli altri comuni limitrofi, lo scenario appare invariato. A Manduria, diversi store sono rimasti chiusi per alcuni giorni e solo in un caso il titolare ha fornito una spiegazione simile a quella dei colleghi torricellesi, affidandola ad una nota su Facebook.
A Sava è comparso l’altro giorno un cartello di chiusura per ferie, un altro di sconti ed uno di chiusura fino al 6 marzo.
Nella vicina Maruggio, serrande abbassate ed un avviso anche abbastanza curioso di "Festa!". Nessuna data o altra spiegazione.
Decisione drastica invece, nei tre negozi cinesi di Pulsano dove i titolari hanno chiuso precisando che non è prevista una data di riapertura, almeno per il momento. E’ un cartello che, soprattutto nella parte finale, invita a riflettere. "In merito alla situazione sanitaria attuale – si legge - il nostro esercizio ha deciso di sospendere le attività dalla data odierna a data da destinarsi per dare un contributo alla comunità e tutelare la salute di tutti. Ringraziamo per la comprensione".
Proseguendo verso Fragagnano, lo store cinese è aperto ma con orari ridotti, mentre a Lizzano, due su tre sono chiusi. Anche lì, campeggia l’avviso di sospensione dell’attività fino all’8 marzo.
Una vera ecatombe quindi. Resta difficile comunque, interpretare al meglio questa crisi che sta travolgendo attività commerciali notoriamente sempre aperte, anche nei giorni festivi. Tentiamo di capire il senso della reazione in corso, chiedendo spiegazioni proprio in uno di questi negozi. "Non abbiamo paura e non possiamo permetterci di restare chiusi", risponde seccamente il titolare.
Sul perché altri abbiano invece preferito chiudere, l’uomo ipotizza tra le cause il calo di vendite ma anche il timore di contagi. Sul web, qualcuno racconta come nei giorni scorsi, il titolare di un negozio cinese a Manduria indossasse una mascherina di protezione. Sui social, c’è chi ironizza e chi invece, fa un mea culpa per avere, in una prima fase, evitato di fare acquisti in queste attività.
Di fatto, quelle serrande che resteranno abbassate per circa 15 giorni, restituiscono l’immagine di eccezionalità del momento, oltre alla palese difficoltà di chi subisce gli "effetti collaterali" del virus.
Lucia Iaia
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9 commenti
Orfano politico
mar 3 marzo 2020 09:48 rispondi a Orfano politicoCari ITAGLIANI (volutamente con GLI), siete peggio del corona virus. Vergognatevi! Ho letto commenti da far accapponare la pelle. Voi sapete tutto: che non rispettano le regole, che non pagano e tanto altro. Accusate che portano via lavoro e che fanno concorrenza sleale. Invece di accusare a casaccio, se ne avete le prove, andate a denunciarli alle autorità giudiziarie. Scrivere sui social, scrivere cazzate sui social, non ci rende immuni da denunce. Ma non pensate minimamente che in molti negozi di questo genere, gli italiani ci lavorano e che con questa chiusura forzata a subirne le conseguenze sono anche loro. La psicosi generata ha prodotto l'effetto di puntare l'indice contro di loro, contro gli untori per eccellenza.
C.F.
mar 3 marzo 2020 04:13 rispondi a C.F.Commento da applaudire! Certi leoni da tastiera, sempre pronti a vomitare odio ed accuse senza prove, hanno sempre un nemico. L'immigrato gli ruba il lavoro (non pensano che fa il lavoro che loro non farebbero mai), il commerciante cinese mette in ginocchio l'economia (non pensano che un'economia che si fa mettere in ginocchio dalla concorrenza non è efficiente), il cinese è evasore (a me hanno sempre fatto lo scontrino). Se quelli che scrivono hanno fallito è stato per loro colpa o sfortuna, non perché qualcuno gli ha rubato qualcosa. I Cinesi sono persone splendide e gran lavoratori, foste onorati voi della loro amicizia, capireste meglio il mondo.
Orfano politico
mar 3 marzo 2020 09:35 rispondi a Orfano politicoIo applaudo te, C.F., per aver condiviso il mio post.
Giuseppe
mar 3 marzo 2020 03:33 rispondi a GiuseppeMa di questi cartelli hanno fatto la fotocopia?
demetrio sammarco
lun 2 marzo 2020 06:33 rispondi a demetrio sammarcoCinesi messi in ginocchio? È da una vita che loro hanno messo in ginocchio noi!!
Mimmo saracino
lun 2 marzo 2020 02:00 rispondi a Mimmo saracinoCi preoccupiamo dei negozi cinesi ma di quelli italiani quando ci preoccupiamo? I negozi italiani stanno fallendo a causa dei cinesi che non rispettano le regole fondamentali che esistono in Italia..Non hanno orari non pagano Iva perché quasi mai fanno scontrini non ha nessun tipo di norma..inoltre tutto quello che guadagnano lo mandano in Cina senza spendere un euro nel paese che li ospita saccheggiandoci..solidarietà per il virus a tutti i popoli ma dispiace di più per chi da decenni ha sempre pagato tutto a beneficio dell Italia
Biondi Giuseppina
lun 2 marzo 2020 09:20 rispondi a Biondi GiuseppinaBhe vogliamo parlare di italiani??? Che nn fanno contratti, nn pagano l'operaio ecc... Lavoro con dei cinesi da tre anni e nn c'è nulla da dire.. C'è un rispetto reciproco che neanche te lo immagini.. Come ci sono italiani buoni esistono anche cinesi bravi
Fabio
lun 2 marzo 2020 01:07 rispondi a FabioBene lasciateli chiusi così si riprendono i negozi italiani
Savino
lun 2 marzo 2020 10:20 rispondi a SavinoSi lamentano loro della crisi che è colpa loro.