Un mese fa la donna insultata e picchiata dal suo compagno davanti a numerosi clienti di un ristorante di Manduria. Ora è ancora la polizia ad occuparsi di un altro caso di violenza di genere. Le indagini sull’incendio doloso di un’auto avvenuto a Manduria nella notte tra il 22 e il 23 aprile scorso, hanno fatto emergere una storia di vessazioni e violenze su una donna, proprietaria della macchina distrutta dalle fiamme che grazie a quell’attentato ha trovato la forza per denunciare il suo ex convivente. L’uomo, un imprenditore di 57 anni, è ora indagato dalla Procura della Repubblica di Taranto per il reato di stalking e per il danneggiamento di tre autovetture, la Lancia Musa della sua ex convivente ed altre due che erano parcheggiate vicino, oltre che per i danni alla facciata dell’abitazione della donna.
Tutto è cominciato con le indagini avviate dalla polizia all’indomani dell’incendio doloso. Dalle immagini registrate da una telecamera di sorveglianza, gli investigatori del commissariato della città Messapica, alla guida del vicequestore aggiunto Antonio Gaetani, riuscirono ad individuare una figura maschile che a bordo di una bicicletta si avvicinava all’auto cospargendo del liquido e dandole fuoco prima di allontanarsi a gran velocità. L’analisi tecnica affidata agli specialisti della sezione di polizia scientifica, fece emergere dei particolari che le immagini al buio e di scarsa risoluzione non permettevano di vedere. Si riuscì così ad individuare il modello della bici e il colore rosso del giubbotto indossato dall’attentatore.
L’ascolto successivo della proprietaria della Lancia che inizialmente aveva presentato denuncia solo per il danno subìto, ha fatto emergere il resto ben più grave dell’attentato stesso. La sapiente opera di persuasione e di convincimento dei poliziotti che avevano intuito un malessere celato nella vittima, l’hanno indotta ad uscire da un timoroso silenzio raccontando la propria storia personale fatta di violenze fisiche e psicologiche subite per anni dall’ex convivente sospettato di essere anche l’autore dell’incendio.
La donna in lacrime ha così raccontato di numerosi episodi di violenza subita e mai denunciata da parte del presunto stalker che l’aveva costretta a ricorrere più volte alle cure mediche per le lesioni subite. Già fortemente sospettato di essere il piromane di quella notte di fuoco, il 57enne è stato fermato dagli agenti che gli hanno trovato, all’interno di un marsupio, una pistola lancia scariche elettriche tipo «Taser». La successiva perquisizione al suo domicilio ha permesso poi di trovare una bicicletta e un giubbotto rosso simili a quelli immortalati nel video. La donna è difesa dallo studio legale Bullo-Micera mentre il presunto stalker dagli avvocati Annalisa Marangella e Luigi Stano.
L’episodio, diventato ora materia giudiziaria, mette in luce ancora una volta a Manduria un tessuto di violenza di genere che fa fatica ad emergere per la reticenza delle donne che tendono a nascondere o a sottovalutare comportamenti vessatori dei propri compagni. Meno di un mese fa le cronache hanno raccontato dell’aggressione di una donna da parte del suo fidanzato avvenuta in un affollato ristorante della città Messapica. Anche in quel caso la denuncia alla polizia fatta dalla donna che ha raccontato precedenti comportamenti violenti dell’uomo, era arrivata in ritardo.
Nazareno Dinoi
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