
Svolta inaspettata nell’inchiesta sulla tragica morte di Michele Dinoi, il giovane manduriano trovato in fin di vita sul pianerottolo di casa a settembre del 2017 e deceduto alcuni mesi dopo senza mai riprendere conoscenza. Quell’inchiesta per omicidio, per la quale la pubblica accusa ha chiesto l’archiviazione tuttora al vaglio del giudice, ha aperto un varco che ha portato gli investigatori in un ramificato e diffusissimo sistema di uso e spaccio di sostanze stupefacenti tra giovani e giovanissimi manduriani. Ad occuparsene sono stati i carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Manduria che hanno concluso le indagini individuando 9 presunti spacciatori, tra cui una donna, sette di Manduria e due di Oria, tutti tra i 24 e i 26 anni con uno solo più adulto di 42 anni. A tutti è contestato il reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droghe. Numerosi, invece, gli assuntori di sostanze stupefacenti, alcuni anche minorenni, molti dei quali rimasti non identificati.
L’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Taranto, nasce a seguito del drammatico evento, tuttora rimasto oscuro, avvenuto il 27 settembre del 2017 quando l’appena diciottenne Michele Dinoi fu trovato morente da un amico con la testa incastrata tra le sbarre della ringhiera in ferro di un ballatoio che dava ingresso alla sua abitazione. Soccorso dai sanitari del 118, il ragazzo fu trasportato d’urgenza all’ospedale di Manduria dove fu ricoverato in coma irreversibile nella rianimazione dello stesso nosocomio. Da lì fu poi trasferito nella clinica neurologica “Villa Verde” di Lecce dove morì due mesi dopo.
Le indagini condotte dai carabinieri di Manduria portarono in un primo momento a sospettare di alcuni giovani individuati nella cerchia di conoscenti della vittima. In particolare su due di loro, di 24 e 26 anni che sono stati oggetto di intercettazioni telefoniche e ambientali i cui risultati hanno portato ad escludere loro responsabilità sulla morte dell’amico, ma hanno sollevato il velo di una diffusissima compravendita di sostanze stupefacenti di ogni tipo, marijuana, hashish e cocaina, tra Manduria e Oria.
Un quadro preoccupante dal punto di vista sociale oltre che penale per la disinvoltura con cui molti ragazzini si rifornivano di droghe di ogni genere. Oltre ai nove indagati, i carabinieri hanno raccolto testimonianza circa la presenza di altri giovani e giovanissimi del luogo che non è stato possibile identificare perché nelle conversazioni captate agli spacciatori costoro venivano chiamati con il solo nome o con soprannomi o nomignoli. I prezzi della merce variavano in base alla sostanza dagli 8 euro al grammo della marijuana alle 50 euro per una dose di cocaina. Sempre nell’attività investigativa durata diversi mesi, sono emerse storie di debiti tra pusher e utilizzatori anche di piccole somme che venivano poi pagati con telefonini o altri beni spesso frutto di furti. In un solo caso la somma del debito aveva raggiunto valori più elevati, 1500 euro, saldati poi in parte dai giovani creditori.
Nazareno Dinoi
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1 commento
Anna Maria
ven 29 gennaio 2021 01:50 rispondi a Anna MariaDal Sindaco di Manduria ci aspettiamo che impieghi tutto il suo impegno e le sue forze per cambiare tutte le realtà di questa cittadina che rischia di rafforzare un primato di cattiva fama tuttora dominante.