La rabbia degli avetranesi è alle stelle. La notizia che l’eccedenza dei reflui di un depuratore già maldigerito dovrebbe, secondo i progetti dell’Acquedotto pugliese già presentati alla Regione Puglia, finire nel mare di Torre Colimena, sta risvegliando lo spirito combattivo di un popolo che nei primi anni Ottanta è stato capace di bloccare i piani nucleari dell’Enel che aveva scelto il loro territorio per costruire una centrale nucleare.Portavoce di questo nuovo dissenso è il vicesindaco di Avetrana, Alessandro Scarciglia che manda chiari messaggi a chi deve intendere: «Torre Colimena non può e non deve essere per a interessata dal problema depuratore, se si insiste su questa strada ci sarà una protesta popolare mai vista in queste zone». Anche il sindaco Antonio Minò, molto cauto sinora, ha deciso di dissotterrare l’ascia. Per giovedì prossimo, 27 giugno, alle ore 19, il primo cittadino ha organizzato un’assemblea pubblica nella sala consigliare alla quale inviterà i vertici provinciali e regionali di Forza Italia, il suo partito. Il tema non lascia dubbi su dove vuole andare a parare: «Iniziative da intraprendere contro il depuratore consortile Manduria Sava. Vogliono distruggere il nostro territorio e il mare». Il primo cittadino avverte le segreteria del partito azzurro: «se non saranno presenti – giura - prenderò le distanze».
La coordinatrice provinciale azzurra, la consigliera regionale Francesca Franzoso, tra i pochi ad aver sempre sostenuto l’ineluttabilità dello scarico a mare quando tutti gli altri, tecnici regionali e colleghi consiglieri del territorio, imbonivano il popolo con promesse rivelatesi vane, si è anche lei espressa sull’argomento. «Anni e anni di proteste contro la condotta pensando che avrebbero scongiurato lo scarico a mare. Mettici le piazze piene, Romina Power, aggiungi politicanti lisciapopolo ai cortei e il risultato è servito; tutto per non dire che la legge impone per gli impianti idraulici come i depuratori uno scarico emergenziale in corpo idrico che da noi è il mare», conclude Franzoso che continua invece a sostenere la necessità di un nuovo depuratore «per Manduria che continua ad inquinare la falda e per Sava che non ne ha».
Anche Manduria comincia a svegliarsi. Dopo le dichiarazioni di Cosimo Breccia, leader del movimento civico «Manduria Noscia» che ha fatto l’appello delle responsabilità partendo dal presidente Michele Emiliano per arrivare ai movimenti progressisti e ai partiti locali (quest’ultimi praticamente assenti), si sono fatti notare ieri i primi due ambientalisti, Fulvio Perrone e Francesco Di Lauro. Il primo, numero due di Legambiente Manduria (tra i più critici sulla soluzione «depuratore sulla costa»), lo diceva da tempo: «Nessuno mi ha ascoltato, ed ora avremo uno scarico che di fatto sarà in battigia visto che il bacino è collegato con il mare da un canale di poche decine di metri. Inoltre – aggiunge - altererà un habitat delicatissimo come è quello della Palude del Conte e dei suoi canali, in cui vive, tra le altre specie, la rarissima tartaruga palustre, Emys Orbicularis. Credo che in Italia – conclude Perrone - nessuno sia mai arrivato a tanto e mi sa che Emiliano le vuole proprio perdere le prossime elezioni».
Francesco Di Lauro, esponente storico del Www, parla di «scandalo» su cui auspica «l’interessamento della magistratura». Secondo Di Lauro, la nuova proposta è «l’ennesima dimostrazione dell’incapacità di un Ente idrico che non sa più che pesci prendere; parlano di un progetto partorito venti anni fa – sottolinea l’ambientalista –, quando non erano state ancora istituite le riserve naturali e non c’erano le leggi di tutela ambientale che ci sono adesso: una vera follia», conclude.
Nazareno Dinoi su Quotidiano di Taranto
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2 commenti
Antonio F.
mer 26 giugno 2019 03:17 rispondi a Antonio F.Qui si rasenta la follia! Ma Emiliano, il falso buonista tanto caro ai PDini non si pronuncia sulla situazione? In pratica il bacino è parco naturale, ma può fungere da cloaca?
Fernando
lun 24 giugno 2019 07:45 rispondi a FernandoIl progetto parlava chiaro, il depuratore doveva per forza avere uno scarico a mare, lo sapevano anche i Fenicotteri. L'assurdità, è che poteva essere cambiato in quanto obsoleto ma non è stato fatto, chi sa per quali oscuri intrighi. Fatte invece, sono state le promesse di tutti i politici manduriani e non, che per per non perdere la profumata poltrona, hanno riempito di idiozie i cittadini. Le elezioni si avvicinano, ora spetta a noi prenderci la rivincita e mandarli tutti a casa.