Giovedì, 25 Aprile 2024

Attualità

Alternative allo scarico e denuncia dei rischi nei piano di Aqp

Coco smonta in 9 pagine il progetto mastodontico di Aqp sugli scarichi

La zona previste per il buffer e i rischi idrogeologici La zona previste per il buffer e i rischi idrogeologici | © La Voce di Manduria

Esiste uno studio descritto dettagliatamente in nove pagine che demolisce punto per punto il mega progetto degli scarichi complementari del depuratore consortile Manduria Sava che i tecnici dell’Acquedotto pugliese hanno redatto in centinaia di pagine ed elaborati grafici. E’ il lavoro del geometra manduriano Giuseppe Coco, già funzionario dell’ufficio tecnico del comune di Manduria, che oltre ad evidenziare numerose irregolarità amministrative ed inosservanze di legge firmate Aqp, mette in risalto i possibili danni all’ambiente e al paesaggio che provocherebbero i buffer di Aqp (bacini e trincee drenanti vicino alla Masseria Marina) e lo scarico complementare previsto nel bacino Arneo collegato al mare di Torre Colimena. Non solo. Il lavoro di Coco, non toccando l’impianto già realizzato in località Urmo-Specchiarica, marina di Manduria, non più delocalizzabile, individua anche un’alternativa a tutte le mega opere così impattanti per il territorio interessato che la Regione Puglia intende realizzare contro la volontà di gran parte delle popolazioni.
Le nove pagine con le osservazioni del geometra Coco che erano state già inviate a tutti i massimi livelli del Ministero dell’Ambiente, della Regione Puglia, Corte dei Conti e degli enti interessati, compreso il comune di Manduria, sono state ufficialmente presentate ieri e acquisite agli atti della commissione consiliare del comune Messapico riunita ieri alla presenza dell’Aqp e di diverse associazioni e comitati ambientalisti di Manduria, Avetrana e Porto Cesareo.

La prima osservazione di Coco riguarda il rischio idrogeologico a cui si andrebbe incontro con la realizzazione delle vasche drenanti e l’area paludosa in località Marina di San Pietro in Bevagna. «Non è stato opportunamente considerato – fa notare Coco - che su quel prato si riversano le acque provenienti da diverse lame che scendono dalla dorsale murgese costiera (Demani). L’eventuale malaugurata realizzazione del buffer in quel luogo – scrive il tecnico - interromperà il naturale scorrimento delle acque verso il “canalone dello Iazzo della Marina”, aggravando la situazione di pericolo cui sono già sottoposte le case a sud lungo la costa, con imprevedibili conseguenze». Coco fa riferimento ai periodici allagamenti di alcune zone di San Pietro in Bevagna che con la deviazione dei buffer aumenterebbero la frequenza e entità.
Smentendo le rassicurazioni di chi sostiene che i danni all’impianto sono pressochè impossibili o rarissimi per cui il canale d’emergenza nel mare di Torre Colimena non andrà mai in funzione, Coco riporta la sintesi del Report regionale sulla depurazione secondo cui “... il cattivo funzionamento avviene anche nei presidi depurativi strutturalmente adeguati, causato dalla variabilità del carico in arrivo che aumenta in caso di pioggia e dall’arrivo frequente di scarichi anomali (acque di vegetazione, vinicole, casearie, ecc.)”. Citando inoltre il rapporto sul danno ambientale ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione del Ministero dell’Ambiente), del 2019, il geometra ricorda che «il danno ambientale è provocato dalle attività umane, tra le cui cause principali (59%) rientra la gestione degli impianti di depurazione». Tutt’altri che remoto, insomma, l’eventualità che in mare finiscano i reflui tal quali.
Infine la parte più interessante riguardante la possibile alternativa allo scarico a mare e ai buffer in località Marina.

«Per evitare la realizzazione di opere e manufatti sparsi in un vasto territorio e contemporaneamente escludere ogni ipotesi di scarico a mare – scrive Coco - sarebbe necessario ricercare un’area in prossimità del depuratore distante dal mare almeno 5 chilometri e sufficientemente ampia e idonea per la realizzazione delle opere di drenaggio e lagunaggio».
L’area individuata dal tecnico dove si potrebbero realaizzare gli scarichi al suolo mediante trincee drenanti, coincidere con quella ubicata a nord-ovest dell’impianto di depurazione a 5 km dal mare, estesa quasi undici ettari, già ritenuta idonea per il contenimento e drenaggio delle acque dal geologo Giuseppe Masillo, in una precedente proposta del Comune di Avetrana inviata ai soggetti interessati (Aqp, Regione, ecc.). «In tale area – scrive Coco - è presente anche una lama naturale, lunga circa 350 metri, dalla quale si può far derivare lo scarico emergenziale attraverso una condotta in sub-irrigazione confluente nella lama conosciuta come “Canali ti lu Rizzu”, lungo circa 1900 metri, la cui parte terminale quasi lambisce il depuratore e il cui proseguimento naturale è rappresentato dal “canale di san Nicola”, della lunghezza di circa 1500 metri, posto a sud-ovest del depuratore, o in alternativa, convogliando le eventuali acque in esubero provenienti dal “canali ti lu Rizzu” nell’alveo del canale o lama a sud di “masseria Specchiarica”, secondo una precedente previsione della stessa AQP che in qualche modo coincide con il suggerimento di Legambiente».

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5 commenti

  • Emanuele
    sab 24 luglio 2021 01:12 rispondi a Emanuele

    Quale miglior parere se non da esperti che ben conoscono la zona perché ci vivono rispetto a chi ha visto solo le mappe!

  • GRAZIANO RAG MASSARI
    sab 24 luglio 2021 10:23 rispondi a GRAZIANO RAG MASSARI

    Il lavoro svolto dal geometra Coco merita grande attenzione dalle istituzioni preposti alla soluzione del problema dipuratore. La proposta e' frutto della specifica e appassionata conoscenza del territorio che hanno caratterizzato da sempre il geom Coco.

  • Domenico
    sab 24 luglio 2021 08:55 rispondi a Domenico

    Finalmente un'opposizione ragionata e seria dimostra che tecnici, ingegneri specializzati saranno i migliori del Mondo, ma senza la conoscenza del territorio possono realizzare progetti molto complessi ma inadatti alla soluzione necessaria (e per di più con costi collettivi elevati). Peccato che il geometra non abbia potuto dedicare in passato le sue indiscutibili capacità a contribuire a prevenire li pericolose inondazioni da remporali che, ancora oggi, "riversano le acque provenienti da diverse lame che scendono dalla dorsale murgese costiera" ostruite o ristrette da costruzioni (per lo più abusive , anche se sanate). Certo, se ciò che è accaduto recentemente in Germania era inatteso per la reputazione della nazione, questo non può bastare a consolarci. I cambiamenti climatici? Sì sì...

  • giovanni perrucci
    sab 24 luglio 2021 08:15 rispondi a giovanni perrucci

    Chiariamo bene !!! che l’alveo del canale o lamia a sud di “masseria Specchiarica” non è altro che una semplice depressione del terreno, A VISTA e a POCHI METRI dal mare. E che la stessa previsione di AQP con il suggerimento di Legambiente, sull’argomento è stata da sempre oggetto delle piu’ forti contestazioni della gente del posto e dei tanti turisti presenti in zona . Si fa notare che nella zona di Specchiarica, oltre a Manduria e ai turisti stranieri, c’e’ una forte presenza di gente di tanti Comuni limitrofi che fanno capo alle provincie di T-BR e LE.

  • Lorenzo
    sab 24 luglio 2021 07:26 rispondi a Lorenzo

    Finalmente la verità, altro che accuse di Ambientalismo isterico. Fatti e non le chiacchiere dei ben pensanti al progresso. NESSUNO NON VUOLE IL DEPURATORE. Ma perché lo devi cistruire male e fare lo scarico al mare in area protetta? LI SORDI CUMPA' STONNU LI SORDI. ?? Opinione

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