È atteso per oggi, se non è già stato trasmesso via posta certificata iri in serata, il decreto di scioglimento del Consiglio comunale di Manduria e di conseguenza del sindaco e degli assessori, firmato dal presidente della Repubblica su proposta del ministro dell’Interno e prima ancora del prefetto di Taranto. Con lo stesso decreto sarà comunicato anche il nome del rappresentante di governo che governerà la città in qualità di commissario prefettizio sino alle prossime elezioni. Da alcune indiscrezioni pare che la figura prescelta provenga direttamente da Roma e che per la difficile situazione in cui si trova il comune Messapico la scelta sia caduta su una particolarmente preparata e con esperienza in ambiti «sensibili» anche dal punto di vista della criminalità. Nella ricerca di un nome, insomma, non si è potuto non tenere conto della procedura di accesso antimafia a cui è tuttora sottoposto il comune di Manduria a rischio quindi di scioglimento per mafia.
Nel frattempo la macchina amministrativa sarà gestita direttamente dagli uffici sotto la responsabilità dei due dirigenti, Emanuele Orlando e Aldo Marino e del segretario generale dell’ente, Graziano Iurlaro. Sino allo scioglimento del Consiglio, il sindaco manterrà le sue funzioni solo nei casi straordinari di imminente pericolo di natura sanitaria, di ordine pubblico e di reale rischio per la popolazione.
Ieri mattina alcuni ex assessori e il presidente del Consiglio si sono affacciati in comune per raccogliere le proprie cose dai cassetti delle rispettive scrivanie. Il sindaco uscente, Roberto Massafra, ha invece cancellato la dicitura «sindaco di Manduria» che titolava il suo profilo Facebook con solo il suo nome e cognome. A proposito di cariche e di adii, da sottolineare una curiosa, quanto bizzarra «delega di funzioni» che Massafra ha voluto affidare ai sindaci dei comuni confinanti di Avetrana, Maruggio e Sava. Approfittando del discorso pronunciato nella cerimonia di apertura della nuova sede del museo della Terra dei Messapi, Massafra si è rivolto così ai tre suoi ex colleghi: «lascio a voi il testimone in un momento in cui questa città ha fatto una scelta che ci espone ad un futuro incerto; purtroppo sarete vittime anche voi», ha poi concluso Massafra non facendo capire altro.
Nazareno Dinoi
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