Nuova udienza ieri del processo sull’uccisione di Natale Naser Bahtijiari, il ventunenne leccese di etnia rom ucciso e gettato in un dirupo a Manduria nella notte tra il 22 e il 23 febbraio dello scorso anno. Dell’omicidio sono accusati i tre manduriani, Vincenzo Antonio D’Amicis di 21 anni, (difeso dagli avvocati Lorenzo Bullo e Massimo Chiusolo), Domenico D’Oria Palma e Simone Dinoi, entrambi di 24 anni (difesi dagli avvocati Franz Pesare e Armando Pasanisi). I tre devono rispondere di omicidio in concorso con una serie di aggravanti tra cui la crudeltà e il metodo mafioso e poi la tentata soppressione o distruzione di cadavere con il fuoco. Gli imputati hanno seguito l’udienza collegati in videoconferenza dai rispettivi penitenziari dove sono detenuti.
Nell’aula Alessandrini della Corte d’assise hanno parlato ieri la compagna della vittima, all’epoca incinta ed ora mamma di un bimbo figlio dello sfortunato Natale Naser e le sorelle. Le donne che si sono costituite parte civile nel processo, hanno ricordato la figura del giovane dichiarandosi però all’oscuro dei fatti accaduti quella terribile notte.
La prossima udienza è stata fissata per il prossimo 17 maggio quando a rispondere alle domande delle parti (la pubblica accusa è rappresentata dal pubblico ministero dell’antimafia leccese, Milto Stefano De Nozza), saranno i testimoni delle difese.
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