Giovedì, 2 Maggio 2024

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Parla la donna che l'ha bevuto. È successo sabato pomeriggio, 10 novembre, a Manduria da dove la vicenda è partita finendo sui social network diventando poi oggetto di indagini da parte dei carabinieri attivati dalla denuncia

Topo nel succo di frutta, la testimonianza: «Ho visto i peli e la coda e sono quasi svenuta»

In ospedale dopo aver bevuto il succo con il topo In ospedale dopo aver bevuto il succo con il topo | © La Voce di Manduria

«L’avevo scambiato per un filtro di the consumato o qualcosa di simile, poi ho visto i peletti e la coda e mi è venuto il voltastomaco». Così una donna manduriana di 33 anni, L.S. le sue iniziali, racconta la disgustosa avventura con cui dovrà ora fare i conti ogni volta che in futuro dovrà bere un succo di frutta: un piccolo topo in avanzato stato di putrefazione (tecnicamente saponificato), venuto fuori dalla confezione da un litro in tetra pak, di una nota marca, che lei e suo figlio di due anni avevano consumato per intero. L’orrore, poi i conati di vomito e la corsa in ospedale con la stomachevole prova appresso. Lì la signora con il suo bambino sono stati sottoposti ad esami del sangue e dimessi con la prescrizione di antibiotici. Le prime analisi avrebbero messo in evidenza degli spostamenti dei valori epatici che meritano approfondimenti.

È successo sabato pomeriggio, 10 novembre, a Manduria da dove la vicenda è partita finendo sui social network diventando poi oggetto di indagini da parte dei carabinieri attivati dalla denuncia presentata ieri mattina dalla trentatreenne.

La donna ha raccontato ai militari della stazione Messapica dell’Arma di avere consumato, negli ultimi due giorni, un succo di frutta al melograno di una notissima marca, da una confezione in brick da un litro, acquistata lo scorso 24 ottobre da un supermercato della sua città. Sabato pomeriggio, ha proseguito la donna nel suo racconto, ha preso dal frigorifero la scatola del succo, con scadenza agosto 2019, riempiendosi un bicchiere che ha bevuto. Nel versare quello che vi era rimasto per farlo bere al figlio, la signora ha visto venire già nel bicchiere una sostanza gommosa e viscida che in un primo momento ha scambiato per un filtro di the. Co una forchetta ha poi esaminato meglio l’oggetto quasi svenendo quando ha capito di cosa si trattava. Preoccupata soprattutto per il piccolo a cui il giorno prima aveva fatto ingerire lo stesso prodotto, la signora si è fatta accompagnate al pronto soccorso dell’ospedale Marianna Giannuzzi di Manduria dove è stata sottoposta ad esami ematici prima di essere dimessa con la prescrizione di farmaci antibiotici per la copertura antibatterica.

La giovane mamma ieri era ancora molto scossa. «Non riuscivo a capacitarmi fino a quando non ho visto i peli e il muso del topo; non volevo crederci - prosegue -, anche il sapore, giuro di non avere notato niente di strano, forse col senno di poi sì, a ben pensarci, qualcosa di diverso c’era nel gusto».

A chi non ci credeva, poi, la donna ha spiegato così l’accaduto. «Purtroppo è tutto vero, era talmente viscido e malleabile che è passato facilmente da foro; ho sentito il rumore quando è caduto nel bicchiere, poi l’ho messo sulla confezione ed ho visto i peletti ed ho capito; non vi dico lo sgomento, la paura per averlo bevuto ieri, un disgusto e una nausea che non si possono immaginare».

La brutta avventura sarà ora oggetto di indagini dei carabinieri di Manduria che ieri stesso hanno passato la denuncia ai loro colleghi del Nucleo antisofisticazioni e sanità di Taranto a cui toccherà approfondire il caso senza escludere un ritiro cautelativo del prodotto dagli scaffali.

Nazareno Dinoi su Quotidiano di Taranto

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