La strage di Palagiano | © n.c.Le vittime hanno capito di essere vicini alla morte perché l’auto dei killer che li seguiva si è prima accostata dal lato destro esplodendo contro un primo colpo di pistola andato a vuoto e finito nel paraurti. Poi il tentativo di fuga della Chevrolet guidata da Carla Maria Rosaria Fornari, 30 anni, casalinga, è durato un centinaio di metri. Poco più avanti la macchina dei sicari si è nuovamente affiancata, questa volta dal lato guida ed è allora che sono partiti i colpi di pistola andati quasi tutti a segno. Non risparmiando neanche l’incolpevole Domenico Petruzzelli, tre anni non ancora compiuti, figlio della donna colpita mortalmente anche lei. La piccola vittima era in braccio al compagno della sua mamma, Cosimo Orlando, pregiudicato, 44 anni, l’unico ancora in vita all’arrivo dei soccorsi e spirato poi tra le loro braccia. Dietro, accucciati dietro al sedile, c’erano altre due creature di 6 e 7 anni, fratellini di Domenico che è morto sul colpo raggiunto dalle pallottole al petto. Sul terreno sono rimasti 12 bossoli e due ogive. Terribile il bilancio: tre morti e due bambini miracolosamente illesi ma con la vita spezzata. Alle 21,40 dell’altro ieri era già tutto finito. Un agguato in piena regola in perfetto stile mafioso eseguito con una ferocia inaudita sulla statale 106 che da Taranto porta a Reggio Calabria sullo svincolo per Palagiano. Da lì era partita l’utilitaria rossa crivellata di colpi, diretta al carcere di Taranto dove l’adulto ucciso avrebbe dovuto passare la notte. Un tragitto che la coppia percorreva tutte le sere dalla scarcerazione dell’uomo che per buona condotta stava godendo della semilibertà dopo tredici anni di reclusione a saldo di una condanna di trent’anni inflittagli nel 1990 perché responsabile di un duplice omicidio. I primi a soccorrere i superstiti sono state due coppie che percorrevano la statale a bordo di auto diverse. Quando hanno visto la macchina ferma contro il guardrail, hanno pensato ad un incidente stradale e questo hanno riferito all’operatore del 118. Una scena terribile. Tre corpi immobili e accasciati davanti e due bambini seduti dietro, terrorizzati e in lacrime. Sono state le due donne a prenderli in custodia sino all’arrivo dei carabinieri. Anche ai militari, al buio, era parso un incidente della strada. Poi i fori sulle portiere hanno fatto capire la realtà. E’ stato allora che è partito il massimo livello di allarme con l’allerta alle più alte cariche investigative. E’ così scattare una massiccia caccia agli assassini. La circolazione sulla statale è stata interrotta e per tutta la notte gli specialisti della sezione scientifica dei carabinieri del comando provinciale di Taranto hanno lavorato sotto le fotocellule alla ricerca di tracce e indizi. Immediatamente i sospetti sono stati puntati sul passato dell’uomo. Nel 1998, con un altro complice, aveva giustiziato due giovani di Palagiano, di 22 e 26 anni per dei contrasti sul controllo dello spaccio della droga. Gli investigatori, coordinati dal magistrato di turno Remo Epifani e alla guida del tenente colonnello Giovanni Tamborrino, non evitano di guardare altrove. Alla donna uccisa, ad esempio e al suo passato di sangue. Tre anni fa suo marito, Domenico Petruzzelli, fu ucciso a colpi di pistola per fatti di droga. Lei, che testimoniò nel processo contro i tre responsabili di quel delitto, era incinta del piccolo Domenico che aveva preso così il nome e il destino del padre. Seduto in braccia al nuovo compagno della madre, il piccolo Domenico l’altro ieri ha fatto da scudo all’uomo che evidentemente con un bambino accanto sperava che nessuno avrebbe potuto tentare di ucciderlo. Orlando, però, se così fosse, ha sbagliato i suoi calcoli: i sicari non si sono fatti troppi scrupoli e sono entrati in azione ugualmente, nonostante nell’auto viaggiassero tre bimbi. Già in passato, il pregiudicato tarantino era stato visto in giro i bambini al seguito, una prassi che ormai sembra molto diffusa in Puglia. A Bari, ad esempio, le forze dell’ordine hanno beccato più volte pregiudicati e pusher a spacciare con figli e nipoti minorenni accanto. Dopo l'agguato il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha convocato a Taranto il Comitato nazionale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica per venerdì all e 10,30. Al Comitato, che si riunirà in prefettura, prenderanno parte, oltre ai vertici nazionali delle forze dell'ordine, anche i procuratori della Repubblica di Taranto, di Lecce e il Procuratore distrettuale Antimafia.
Nazareno Dinoi sul Corriere del Mezzogiorno
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