Venerdì, 26 Aprile 2024

Cronaca

Coinvolto con il nipote che risponde di omicidio

"Stellina" torna ad essere indagato per minacce con metodo mafioso

La vittima La vittima

Il suo nome è pressoché costante in tutte le inchieste che hanno interessato Manduria dai primi anni ’80 ad oggi. Vincenzo Stranieri, oggi 63 anni, alias «Stellina» per la stella a cinque punte tatuata sulla fonte, se non come indagato, appare nelle carte come identificativo di un gruppo criminale che di volta in volta sembra rinascere. Anche nel periodo del suo lunghissimo e duro isolamento del 41 bis che lo ha tenuto lontano dal mondo per trent’anni e dove ha contratto delle malattie che non si sanano, il nome, «Stellina», spuntava ostinatamente nelle inchieste dell’antimafia leccese. Che questa volta e dopo tantissimi anni, torna ad indagarlo in merito ad un brutto fatto di sangue in cui è indiziato il nipote che porta il suo nome, Vincenzo Antonio D’Amicis. Con lui la notte tra il 22 e 23 febbraio scorso, raccontano le carte della Procura della Repubblica di Lecce, «Stellina» sarebbe andato a rubare la macchina del giovane Rom, Natale Naser Bahtijari e a minacciare «con metodo mafioso» le due ragazze che erano a bordo ed erano in attesa che tornasse il loro amico che non tornerà più.

Nell’informazione di garanzia che lo indica come indiziato del reato di rapina e minaccia con metodo mafioso, non è dato sapere se fosse al corrente di quanto era accaduto prima. Né per quale scopo lui e il nipote avrebbero rubato la Fiat 500 del Rom per poi lasciarla abbandonata e intatta nel vicino comune di Maruggio.

La versione degli inquirenti, su come si sarebbero svolti i fatti limitatamente alla rapina dell’auto, racconta di atteggiamenti violenti nei confronti delle due donne (una delle quali è la fidanzata del fratello della vittima che nella stessa inchiesta è indagato a piede libero per reati di droga).

La scena si sarebbe svolta nella centralissima Piazza Vittorio Emanuele dove Naser Bahtijari aveva parcheggiato per incontrarsi con i tre indagati. Temporalmente siamo a quando il delitto è stato già compiuto e i due ventiduenni indagati, Simone Dinoi e Domenico Palma D'Oria, si stanno procurando la benzina con la quale avrebbero dovuto bruciare i corpo della vittima che non troveranno.

Nonno e nipote si sarebbero avvicinati alla macchina e con violenza avrebbero aperto le portiere intimando alle donne di scendere. Il più anziano, per vincere la resistenza di chi occupava la macchina ed evidentemente non aveva intenzione di accettare l’invito, avrebbe pronunciato questa frase «scendete dalla macchina o vi sparo in testa». Avrebbe poi strattonato e afferrato per i capelli una delle due donne che si attardava a raccogliere oggetti e effetti personali che i due aggressori non le avrebbero dato il tempo di prendere.      

Ottenuto ciò che volevano, i due manduriani, il nipote alla guida e il nonno nel posto passeggeri, si sarebbero allontanati lasciando le due donne stupite sul marciapiede. La Fiat 500 avrebbe poi preso una direzione praticamente opposta a quella dove in quel momento gli altri due presunti complici stavano cercando il corpo da bruciare. La misteriosa destinazione di quello viaggio è Maruggio dove tre giorni dopo la macchina viene trovata dai carabinieri che la consegnano alla polizia, titolare dell’inchiesta.  

Per la cronaca, Vincenzo Stranieri ha lasciato il carcere a gennaio del 2022 dopo aver trascorso 38 anni consecutivi in carcere di cui 30 in regime di carcere duro. In tanti anni di isolamento, il boss di Manduria che è stato il numero due della sacra corona unita del mesagnese Pino Rogoli, non ha mai avuto condanne per omicidio neanche come mandante. Il reato più pesante per il quale è stato condannato definitivamente, costatogli il carcere per 38 anni, è stato quello del concorso nel sequestro della manduriana Annamaria Fusco, figlia dell’imprenditore del vino, Antonio Fusco.

Nazareno Dinoi

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7 commenti

  • Maria Antonietta
    gio 2 marzo 2023 09:23 rispondi a Maria Antonietta

    Da quanto si sente in questi giorni i tre commissari hanno fatto un bel lavoro a Manduria , tutti soldi che noi contribuenti abbiamo pagato per lo stipendio dei tre non sono serviti a niente anzi mi sa che hanno peggiorato la situazione di Manduria.

  • antoniog
    mer 1 marzo 2023 09:53 rispondi a antoniog

    aspetto con ansia il commento di qualcuno/a che dice che il figlio è innocente che non ha ucciso nessuno...

  • Gregorio
    mer 1 marzo 2023 09:27 rispondi a Gregorio

    Spero che la magistratura faccia il suo percorso e,chi ha sbagliato paghi la pena giusta ! A meno che Vincenzo vuole fare il secondo volume “ Dentro una vita 2 “ .. Boh !!!

  • Alcide
    mer 1 marzo 2023 12:16 rispondi a Alcide

    38 anni di 41 bis, riassaggi la libertà e la prima cosa che ti viene in mente di fare e dare supporto a tuo nipote cerebralmente microdotato (perchè qui si parla di idioti incoscienti, più che di gente pericolosa) ad "occultare" il cadavere di un ROM senza neanche ragionare sul come farlo. Dio che mentecatti, svegliatevi gli anni 80 sono passati da un bel po'.

  • Lorenzo
    mer 1 marzo 2023 11:11 rispondi a Lorenzo

    Auspico che, visto i gravissimi fatti accaduti, le forze politiche locali ( tutte), organizzino manifestazione coinvolgendo cittadini, associazioni e leoni da tastiera al fine di dare un segnale chiaro contro il ristagnano di delinquenti mafiosi e non sul nostro territorio. Due anni di Commissari Prefettizi non sono bastati a Manduria. La cultura dell'Antistato è dura a morire e il degrado di Manduria passa anche attraverso questi delitti. Altro che pensare alla tessera dei DS, caro sindaco, contro la delinquenza e al rispetto della civiltà bisogna sempre ergersi come rappresentante delle istituzioni. Opinioni Ps. Trovo strano che per questo delitto i media Nazionali non hanno dato giusto risalto a quanto accaduto, forse perché il morto è fi etnia Rom? 🤔

  • Di noi marco
    mer 1 marzo 2023 09:36 rispondi a Di noi marco

    Se le indagini, porterebbero alla condanna del Stranieri, mostra come il soggetto ancora oggi,sia un personaggio pericoloso e pertanto dovrebbe essere rinchiuso dentro una struttura.

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