
Quanti anni avevamo a quei tempi? Io poco più di venti, ma avevo i sogni di un sedicenne. Sognavo di diventare un cantante famoso. In fondo il maestro me lo diceva che avevo una bella voce. Addirittura, quando facevamo qualche serata, mi dava dei soldi in compenso, ma io volevo il Canta giro! Per quello avrei rinunciato a qualsiasi cosa Poi successe quello che successe, beh: pazienza! Invece c’era chi diceva che, senza un procuratore, non si andava da nessuna parte. Ci fu chi pagò il classico furbo, che sosteneva di avere gli agganci giusti, ma perse filippu e panaru. Un sindacalista si mise in lista come consigliere al Comune e, per tirare acqua al suo mulino, promise a un cantante che aveva molti voti di dirottare su di lui quei voti. In cambio avrebbe fatto arrivare il cantante a San Remo. Invece passarono le elezioni, sono passati trent’anni, e il sindacalista è morto, mentre il cantante fa il piano bar, anche se avrebbe meritato di più. Ma il mio maestro me lo diceva: l’unico vero procuratore è la fortuna! Senza quella è inutile agitarsi.
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