
TARANTO — Dopo i tagli del personale precario e gli accorpamenti di reparti negli ospedali pubblici, la crisi arriva anche nella sanità privata dove si segnala il primo grande esubero di personale sanitario. Ad aprire la strada della crisi negli ospedali privati di Taranto è la clinica Villa Verde, la più grande per budget regionale assegnato in tutta la provincia jonica per via delle alte specialità di cui dispone tra cui la cardiochirurgia. La società del gruppo ha annunciato ai sindacati la decisione di procedere con trentanove licenziamenti.
L'azienda che ha già avviato le procedure per ottenere la cassa integrazione, ha deciso di escludere ogni trattativa con i sindacati che ieri hanno prodotto un duro comunicato di protesta. «Dopo anni di florida gestione dei corposi budget economici erogati dalla Asl Taranto - scrivono in un comunicato congiunto i coordinatori provinciali della sanità privata, Adele De Giorgio della Cgil e Ciro Bergantino della Uil - l'azienda dichiara un esubero a prescindere senza chiarire come funzioneranno reparti e servizi e non prestandosi a nessun confronto reale se non direttamente in sede di Ufficio provinciale del lavoro, saltando volutamente il confronto aziendale esponendo volutamente l'intera struttura a rischio del fallimento della procedura, cosa di cui già da ora l'azienda dovrà assumersene la responsabilità».
Nessun cenno di risposta da parte della clinica Villa Verde se non che gli unici reparti che non subiranno ridimensionamenti sono quelli della cardiochirurgia (rianimazione, unità di terapia intensiva cardiologica e sala operatoria). Altro focolaio di crisi nel settore privato è segnalato nel comparto delle residenze sanitarie assistite per anziani.
A lanciare l'allarme è il consigliere regionale del Pdl, Pietro Lospinuso che accende i riflettori sulla Rsa San Raffaele di Torricella la cui proprietà (diversa da quella omonima di don Verzè), ha annunciato di voler dismettere il servizio. «Del rinnovo della sua convenzione con la Asl Taranto in scadenza al 25 gennaio prossimo - scrive Lospinuso - non vi è ancora traccia. Né si ha notizia di qualsiasi soluzione alternativa che salvaguardi i 60 ospiti ed i relativi posti di lavoro».
Nazareno Dinoi sul Corriere del Mezzogiorno
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