
C’era un manduriano ieri tra gli organizzatori della manifestazione che si è svolta a Taranto contro l’immunità penale che l'ultimo decreto salva-Ilva intende reintrodurre per i gestori dello stabilimento siderurgico Acciaierie d'Italia. Si ratta di Gherardo Maria De Carlo (Nella foto a destra travestito da magistrato con le mani legate). L’ambientalista e attivista manduriano ha contribuito all’iniziativa a cui ha preso parte anche Romina Power, anche lei appassionata paladina dell’ambiente più volte in prima fila nelle battaglie contro lo scarico in mare del depuratore di Manduria e Sava.
I manifestanti di ieri hanno annunciato che invieranno una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella con l'invito a non promulgare e a rinviare alle Camere la legge salva-Ilva che lunedì verrà votata dai deputati.
La manifestazione è iniziata con il saluto degli organizzatori, a seguire hanno parlato Lina Ambrogi Melle, promotrice di uno dei ricorsi alla Cedu, il pneumologo Gianfranco Viesti, l'attivista Celeste Fortunato (che si è ammalata di leucemia e ha letto un documento di denuncia sulle emissioni dell'ex Ilva e le conseguenze sanitarie), il presidente di Peacelink Alessandro Marescotti, lo psicologo Egidio Francesco Cipriano, l'operaio di Ilva in As Raffaele Cataldi, il presidente dell'associazione Neopolites Saverio De Florio, le attiviste Antonella Massaro (mamma di Miriam, una bimba di 5 anni e mezzo di Taranto morta nel febbraio del 2008 a causa di un neuroblastoma al quarto stadio) e Simona Peluso (mamma di Andrea, un bimbo di 10 anni affetto da una malattia rarissima, la mutazione del gene Sox4). Gli organizzatori «L'immunità penale - hanno sottolineato gli organizzatori - calpesta la Costituzione italiana perché prevede un nuovo diritto: quello alla libertà di delinquere, di commettere reati, crimini. Per questi, Acciaierie d'Italia verrebbe assolta, mentre alle vittime innocenti verrebbe comminata la dura pena alla malattia, alla sofferenza, alla morte».
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