Giovedì, 2 Maggio 2024

Salento Puglia e mondo

Il relitto è stato localizzato e identificato a circa 11 miglia nautiche a sud dell’isola di Stromboli a una profondità compresa tra i 1460 e i 1730 metri - le foto e il video

Ritrovato dopo 77 anni il relitto dell'incrociatore della Marina italiana affondato con 507 uomini

Dopo 77 anni dall'affondamento con più di 500 persone di equipaggio è stato ritrovato nei fondali del Mar Tirreno il relitto dell’Incrociatore Leggero Giovanni Delle Bande Nere. La scoperta è stata fatta durante un'attività di verifica tecnica e sorveglianza dei fondali nei pressi dell'isola di Stromboli dal cacciamine Vieste della Marina Militare.

Il relitto è stato localizzato e identificato a circa 11 miglia nautiche a sud dell’isola di Stromboli a una profondità compresa tra i 1460 e i 1730 metri, in una posizione compatibile con quella del suo affondamento avvenuto il 1 aprile del 1942, mentre era in trasferimento da Messina a La Spezia, per effettuare alcune riparazioni in Arsenale scortato dal cacciatorpediniere Aviere e dalla torpediniera Libra. Durante la navigazione, alle 09.00 circa, fu colpito da due siluri lanciati dal sommergibile britannico H.M.S. Urge. L’incrociatore, spezzato in più tronconi, affondò rapidamente. Nell'evento perì gran parte dell’equipaggio composto da 507 uomini.

La scoperta è avvenuta grazie all’impiego dei veicoli subacquei imbarcati sul cacciamine Vieste in grado di condurre ricerca e identificazione a quote profonde: il veicolo autonomo subacqueo (Autonomous Underwater Vehicle – AUV) Hugin 1000, della ditta Kongsberg, e il veicolo filoguidato Multipluto 03, della ditta GAY Marine.

Circoscritta l’area di ricerca in base alle presunte coordinate dell’affondamento, il cacciamine ha proceduto a mappare il fondale con il veicolo Hugin, scoprendo più contatti correlabili con il relitto. Successivamente i contatti sono stati identificati grazie all’uso del Multipluto, che ha consentito di filmare anche le prime immagini della nave rivelando i tre tronconi in cui si spezzò nell’affondamento e accertandone l'identità.

Il ritrovamento dell’Incrociatore Leggero Giovanni Delle Bande Nere conferma l'efficacia operativa dei veicoli subacquei in dotazione alla Marina Militare, capaci di operare a quote profonde per il controllo dei fondali e delle infrastrutture strategiche, nonché la professionalità degli specialisti del Comando delle Forze di Contromisure Mine. I veicoli subacquei rappresentano un assetto fondamentale per mantenere elevata la capacità della componente di contromisure mine incrementando la quota e le possibilità di capacità di scoperta e identificazione di situazioni di rischio in alti fondali.

L’incrociatore Leggero Giovanni Delle Bande Nere, della classe Condottieri tipo Alberico da Giussano. Impostato nei cantieri navali di Castellammare di Stabia nel 1928, fu varato nel 1930 e completato nel 1931.

Lungo 169,3 metri aveva un dislocamento di 6950 tonnellate a pieno carico. L’apparato di propulsione era composto da 6 caldaie Ansaldo, che alimentavano 2 turbine, per una potenza totale di 95000 cavalli vapore. La velocità massima era di 36 nodi.

L’armamento era composto da 8 cannoni da 152/53, 6 cannoni da 100/47 per la difesa anti aerea e anti silurante e 2 mitragliere da 40/39. La nave era dotata anche di 8 mitragliere 13,2 mm e 4 tubi lanciasiluri da 533 mm. Inoltre imbarcava due ricognitori aerei Imam Ro 43, che lanciava grazie alla catapulta installata sulla prora.

L’equipaggio era composto da 507 uomini.

Il 21 marzo 1942 prese parte alla seconda battaglia della Sirte riuscendo a colpire l'incrociatore britannico Cleopatra pur senza causare gravi danni. Le condizioni meteorologiche proibitive incontrate durante la battaglia, costrinsero la nave a rientrare a Messina per tamponare alcuni danni subiti dal mare.

Il 1 aprile 1942 il Giovanni Delle Bande Nere salpò dalla base di Messina diretto al La Spezia, scortato dal cacciatorpediniere Aviere e dalla torpediniera Libra. Alle 9 del mattino venne intercettato dal sommergibile britannico Urge che lo silurò. La nave si spezzò affondando rapidamente e portando con se gran parte dell’equipaggio.

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